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Le prime auto autonome pronte all'imprevisto

Costruite le prime auto autonome capaci di affrontare situazioni impreviste: grazie ad un sistema basato sull’intelligenza artificiale imparano dalle esperienze passate, rendendo più sicura la guida anche in condizioni estreme. Lo indicano i test fatti sulla pista da corsa di Thunderhill, in California, che hanno visto protagoniste Niki, una Volkswagen GTI, e Shelley, una Audi TTS, entrambe progettate nell’Università di Stanford. I risultati, pubblicati sulla rivista Science Robotics, dimostrano che il nuovo sistema ha eguagliato un pilota da corsa e gli attuali sistemi di controllo per veicoli autonomi.

Di solito le auto a guida autonoma si basano su valutazioni dell’ambiente circostante fatte al momento. Invece, i ricercatori guidati da Nathan Spielberg hanno realizzato una rete neurale artificiale che incorpora i dati di manovre recenti ed esperienze passate, come il viaggio di Niki al Circolo Polare Artico per una prova di guida su ghiaccio. Questa abilità di imparare dal passato potrebbe rivelarsi estremamente utile, vista l’abbondanza di dati che si stanno accumulando durante lo sviluppo dei nuovi veicoli.

“Vogliamo che le auto autonome siano in grado di cavarsela in tutti gli scenari possibili, dalla normale guida su asfalto a quella su neve e ghiaccio, sapendo quanto possono frenare, accelerare o sterzare per rimanere sulla strada in condizioni di emergenza”, spiega Spielberg. “Vogliamo che i nostri algoritmi siano bravi quanto i migliori piloti, e speriamo anche meglio. Se possiamo sviluppare veicoli che hanno visto migliaia di situazioni più di noi – aggiunge - potremo anche renderli più sicuri”.

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