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La Shoah a misura di bambino

"Bisogna lasciare la speranza a quelli che ci leggono, mostrare loro che con molto coraggio si può sopravvivere''. Ne è convinto Joseph Joffo che nel 1973 ha raccontato nel suo romanzo per ragazzi Un sacchetto di biglie, la vera odissea attraverso la Francia tra fughe, nascondigli, prigionie e rinascite, vissuta da bambino, essendo di religione ebraica, tra il 1941 e il 1944 insieme al fratello di due anni più grande, Maurice, per salvarsi dai tedeschi. Il libro, bestseller mondiale, che ha venduto oltre 20 milioni di copie in 22 Paesi era già stato adattato per il grande schermo nel 1975 da Jacques Doillon, una versione che aveva lasciato insoddisfatto Joffo.

Torna al cinema con il film diretto da Christian Duguay, che dopo aver avuto l'anno scorso quasi un milione di spettatori in Francia, arriva in Italia dal 18 gennaio con Notorious, pochi giorni prima della Giornata della memoria (27 gennaio). Nel cast insieme ai due giovani e bravissimi protagonisti Dorian Le Clech e Batyste Fleurial Palmieri, ci sono nel ruolo dei genitori due star del cinema francese come Patrick Bruel e Elsa Zylberstein e lontano dai loro soliti registri leggeri, in ruoli di contorno centrali per la storia, Christian Clavier e Kev Adams. In occasione del film torna anche in libreria il romanzo edito in Italia da Bur Rizzoli (RPT Bur Rizzoli). Il sacchetto di biglie del titolo, rappresenta la vita serena che si lascia alle spalle Joseph, 10 anni (Le Chlech), quando il padre Roman (Bruel), parrucchiere di origine russa, che in gioventù era già scampato ai pogrom, gli dice che insieme al fratello Maurice (Fleurial Palmieri), deve lasciare Parigi, ormai troppo pericolosa per gli ebrei, e partire per raggiungere la 'zona libera' dai tedeschi, Nizza, dove la famiglia si sarebbe riunita. Inizia così per i due bambini un lungo viaggio fra continui e pericoli che dopo Nizza, li porta, fra le varie tappe, a doversi nascondere in una colonia, essere arrestati dopo una sortita in auto insieme a Ferdinand (Kev Adams) giovane ebreo partigiano e rifugiarsi in un paesino a casa di un inconsapevole collaborazionista. Un percorso nel quale oltre alla guida e all'amore, anche da lontano, dei genitori, li aiutano incontri con persone che disinteressatamente li aiutano, da un parroco di campagna, a un medico che ritrova con loro la sua dignità (Clavier).

Duguay che ha già dimostrato in film come Belle & Sebastien - L'avventura continua, di avere una particolare abilità a dirigere i bambini, mostra la storia della prospettiva dei due fratelli, rispetta l'intensità del racconto, evita la retorica e dà spazio alle sfaccettature dei legami emotivi e famigliari. ''In questo momento, la storia che ho vissuto io risuona in modo particolarmente forte. - ha spiegato Joseph Joffo, classe 1931, che ha visitato il set di Duguay e ha pianto dopo aver visto il film -. A causa del terrorismo, anche i bambini di oggi sono costretti a fuggire. Come noi 50 anni fa, si ritrovano per strada, completamente isolati e lasciati a se stessi. Spero che il film ci sproni a interrogarci sul destino dei bambini e di queste famiglie distrutte''.

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