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Bolzano roccaforte no vax punta su linea morbida

Esiste una piccola roccaforte anti-vaccini, difficile da espugnare. L'Alto Adige rappresenta "un grosso problema" per la "grandissima diffidenza nei confronti delle vaccinazioni", ha ribadito recentemente dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Nella Provincia autonoma la percentuale di bambini vaccinati è di gran lunga la più bassa d'Italia.

Gli "Impfgegner", come si chiamano i no vax in tedesco, da sempre sono molto attivi. Il movimento è arrivato in Alto Adige negli anni '80 dal mondo di lingua tedesca con l'onda ecologista. La Provincia di Bolzano, dovendo fare i conti con obiettori piuttosto ideologizzati, punta perciò su una linea morbida e non prevede infatti, almeno per il momento, multe oppure esclusioni. Bolzano da tempo ha deciso di puntare invece sulla persuasione.

"Il trend è positivo, sempre più famiglie si fanno convincere e vaccinano i loro bambini", spiega l'assessora Marta Stocker. In Alto Adige gli obiettori, che non si sono presentati all'appuntamento di vaccinazione, vengono invitati a un colloquio informativo, solo dopo la Provincia intraprenderà dei provvedimenti, che però devono ancora essere definiti. Prima del nuovo anno scolastico in autunno non ci saranno perciò sanzioni di nessun tipo. Solo pochi giorni fa i no vax hanno depositato in consiglio provinciale 15.114 firme di un'iniziativa popolare per la libera scelta sui vaccini. Il consiglio provinciale entro sei mesi dovrà esprimersi in merito. I vaccini saranno di certo anche uno dei temi della campagna elettorale per le provinciali in autunno, se il nuovo governo a Roma non dovesse cambiare linea, come appunto sperano gli Impfgegner a Bolzano.

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