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Vivo senza cellulare, non ostacola il successo

 "Nei confronti del cellulare mi sono fatto gli anticorpi: non mi sono disintossicato perché non ho mai iniziato a usarlo". A raccontare la sua vita senza smartphone, senza suonerie e vibrazioni continue, è Pierpaolo, detto Sandro, Cortellini. Non un artista o un musicista dallo spirito freak, ma un libero professionista e ricercatore, past-president della Federazione Europea di Parodontologia e autore di oltre 150 pubblicazioni scientifiche.
    "In famiglia tutti hanno il cellulare, i miei quattro figli e mia moglie. Ma quando si sta a tavola tutti insieme, anche per loro i dispositivi digitali sono banditi". Le radici della scelta sono antiche. "Mio padre - ricorda - comprò una casa di villeggiatura e, appena entrammo per la prima volta, taglio i fili del telefono". Da allora sono passati decenni, e in mezzo anche la rivoluzione digitale, ma le sirene della iperconnessione non lo incantano. "Vivo come vivevano le persone prima che inventassero il cellulare. Se qualcuno mi vuole raggiungere mi cerca sul telefono fisso, a studio, o trova la mia mail su internet. Quando viaggio per lavoro, appena raggiungo un posto comunico a casa che sono sano e e salvo". Ma il gioco vale la candela? Cortellini ne e' sicuro. Questa dis-connessione "comporta un grado di libertà norme: non essere interrotto e controllato in continuazione". D'altronde, prosegue, neanche l'uso di internet sul telefonino per avere informazioni aggiornate è irrinunciabile. "Non abbiamo bisogno di essere informati in ogni singolo istante di cosa accade nel mondo. Se lo sappiamo tre ore dopo o il giorno dopo non succede nulla". Altro motivo che ci tiene legati agli smartphone è il sentirsi indispensabili. "Io credo invece - spiega - che le persone possano cavarsela bene anche senza di me, anche se non riescono a raggiungermi in ogni momento". Ma per chi è già caduto nella 'dipendenza' da telefonino è possibile fare un passo indietro? Su questo ha dei dubbi. "E' un po' come ammalarsi di una malattia cronica e sperare di vederla regredire: fare uno step back è possibile ma molto complicato.
    Chi vuole farlo deve lavorarci molto sopra". 
   

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