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Psichiatri contro Salvini, non più reati in chi ha disturbi

 La Società Italiana di Psichiatria (Sip) esprime in una nota "grave preoccupazione per le dichiarazioni del ministro Matteo Salvini alla trasmissione 'In Onda' su La7, circa una supposta 'esplosione di aggressioni' da parte di persone affette da disturbi mentali, il sostanziale 'abbandono del tema della psichiatria lasciato sulle spalle delle famiglie' e la 'chiusura di tutte le strutture di cura che c'erano per i malati psichiatrici'". "Non risulta alcun incremento dei reati contro la persona da parte di persone affette da disturbi mentali,e non più del 5% dei reati gravi è attribuibile ad esse - evidenziano il presidente Bernardo Carpiniello, il segretario Enrico Zanalda e il Past President Claudio Mencacci - quanto affermato è dunque destituito di ogni fondamento scientifico, statistico, sociale. Certamente però è foriero di nuovi consensi sulla pelle delle persone malate". "Il modello italiano viene considerato da seguire - si legge - seppur faticosamente, in questi 40 anni è stata creata una capillare rete di strutture psichiatriche, con 163 Dipartimenti di Salute Mentale, 1460 strutture territoriali, 2284 Strutture residenziali che ospitano oltre 30mila persone, 899 strutture semiresidenziali, 285 Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura Ospedalieri e 22 Unità accreditate. Questo sistema garantisce ogni anno assistenza a oltre 800 mila persone grazie a circa 30mila operatori, troppo spesso lasciati soli, talora anche al prezzo di rischi personali". "Al vicepremier chiediamo un impegno a far cessare l'unico abbandono da riconoscere, cioè quello, colpevole, dello Stato, che spende un misero 3,5% del budget della sanità per la salute mentale, a fronte di medie del 10-15% di altri grandi paesi europei come Francia, Germania, Spagna, lasciando sguarniti i servizi, che hanno un deficit di operatori dal 25 al 75% in meno dello standard in 14 regioni/province autonome su 21". Anche la Sisism, Società Italiana di Scienze Infermieristiche In Salute Mentale, chiede "a chi si occupa di politica di utilizzare le parole in modo misurato". (ANSA).
   

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