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Un medico e 4 infermieri aggrediti dentro il Pronto soccorso

Cinque operatori sanitari - un medico e quattro infermieri - sono stati vittime di un'aggressione per mano di due giovani all'interno del Pronto soccorso di Cinisello Balsamo (Milano). L'ennesimo episodio di violenza ai danni di sanitari è avvenuto la notte tra l'8 e il 9 luglio: spintonati e colpiti da calci, i cinque hanno riportato ecchimosi con prognosi dai cinque ai nove giorni. Un fatto che il sindacato autonomo degli infermieri Nursing-up giudica "gravissimo": "le Asl - è la richiesta del sindacato - creino un servizio di sorveglianza h24, altrimenti saranno corresponsabili". Senza apparente motivo, i due giovani - un uomo e una donna ventenni, che erano probabilmente sotto l'effetto di stupefacenti e sono stati denunciati - si sono scagliati contro gli operatori.

Questa nuova aggressione, ha commentato dopo l'accaduto l'assessore alla Sicurezza della Lombardia, Riccardo De Corato, dimostra come serva "una strategia per mettere i Pronto soccorso in sicurezza con vigilanza armata o con accordi con le forze dell'ordine ed una mappatura del rischio che individui le strutture più vulnerabili". De Corato ha anche detto che ci sono stati altri episodi in altre strutture. "Condanniamo con forza l'ennesima aggressione ai danni di infermieri colpiti nell'esercizio delle loro funzioni, mentre prestavano servizio nel pronto soccorso di Cinisello - afferma Antonio De Palma, presidente del sindacato di categoria Nursing-Up -. Spinte, calci, pugni inferti agli operatori sanitari sono ormai all'ordine del giorno nelle cronache: per noi queste condizioni di lavoro non sono più accettabili, occorre un'alzata di scudi generale a difesa dei professionisti della salute". A questo punto, avverte, "non è più differibile l'individuazione di un servizio di sorveglianza attivo 24 ore su 24, che le Asl, come datori di lavoro, devono garantire in quanto responsabili dell'incolumità e della sicurezza dei propri dipendenti. Purtroppo ciò che accade non rappresenta più un'eccezione e molto spesso i cittadini, esasperati da un sistema che non funziona, individuano nei professionisti sanitari i responsabili di questa situazione, nonché i rappresentanti istituzionali contro cui scagliarsi per protestare".

Dunque, "pretendiamo che le Asl e gli ospedali individuino modalità idonee a garantire la salvaguardia dell'incolumità fisica degli infermieri che prestano servizio presso di loro. Ove ciò non accadesse - conclude De Palma - sarà nostra cura sostenere i colleghi di fronte alla magistratura per richiedere l'accertamento e la rifusione del danno".
   

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