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Denti in riga con mascherine anche per chi soffre di gengive

Trasparenti, facili da usare, removibili in qualsiasi momento e quasi invisibili. Continua a crescere in modo esponenziale il numero di italiani, soprattutto adulti e adolescenti, che 'rimettono in riga' i denti con gli aligner, ovvero un sistema alternativo al convenzionale apparecchio fisso con fili in metallo, e basato invece su mascherine trasparenti che ricoprono la superficie dei denti. A potersi permettere di riallineare i denti in 'modo discreto' ora sono anche le persone con problemi di parodontiti, ovvero di infiammazione grave e cronica alle gengive.

Inizialmente appannaggio delle celebrity come Tom Cruise, Eva Longoria e Justin Bieber, ora gli aligner sono praticamente alla portata di tutti. E di pari passo crescono anche gli studi scientifici pubblicati su riviste di settore che ne verificano i risultati. "Stiamo da anni conducendo progetti di ricerca per rendere questa tecnica sempre più performante", chiarisce Tommaso Castroflorio, professore presso la Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia dell'Università degli studi di Torino presso la Dental School. Recenti risultati, prosegue l'esperto "hanno dimostrato l'efficacia degli aligner nella correzione delle malocclusioni di classe II, le più frequenti, ovvero quelle nella quale i molari superiori sono troppo in avanti rispetto agli inferiori. Abbiamo visto infatti che l'aligner riesce ad avere buoni risultati anche laddove siano necessari spostamenti dei molari mascellari fino a 2,5 mm".

    Inoltre, "abbiamo verificato che è possibile applicare questa tecnica anche per pazienti già trattati per malattia parodontale. E' stato dimostrato infatti che le mascherine permettono di mantenere ottimi indici di salute parodontale, anche perché essendo facilmente removibili permettono un'ottima igiene orale". In ogni caso, come per qualsiasi procedura medica, prosegue l'esperto, "la conoscenza della tecnica da parte dell'operatore è fattore fondamentale per ottenere il risultato desiderato". L'uso degli aligner prevede infatti la programmazione del movimento ortodontico attraverso specifici software che permettono di simulare il risultato del trattamento. "Il trasferimento del risultato dal software alla bocca del paziente dipende dalla conoscenza della tecnica da parte del dentista e dalla collaborazione del paziente, che deve indossare gli aligner per almeno 20-22 ore al giorno". Tuttavia, per quanto il progresso tecnologico e la ricerca crescano in modo rapido, conclude Castroflorio, "l'ortodonzia con allineatori non può ancora sostituire del tutto le apparecchiature convenzionali. La correzione di alcune particolari malocclusioni richiede l'intervento di tecniche ortodontiche fisse testate da più tempo". 

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