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Melazzini saluta l'Aifa, è fiore all'occhiello dell'Italia

L'Aifa è "un fiore all'occhiello dell'Italia" e non "quella retorica del sospetto al servizio della propaganda che la cita per i miliardi, gli interessi, l'industria, le zone d'ombra". Lo afferma il direttore generale uscente Mario Melazzini, il cui mandato scade tra pochi giorni, in un post sul proprio blog in cui traccia un bilancio del suo mandato.

"L'Aifa - ribadisce Melazzini - dispensa salute attraverso i farmaci indispensabili, garantisce il cittadino, il paziente, che non deve pensare che tutto è sporco solo perché dallo sporcare tutto c'è chi ci guadagna".

Nel lungo post Melazzini ripercorre i principali risultati del proprio mandato, iniziato nel novembre 2016, dall'aumento dell'accesso alle terapie per l'epatite C alla maggiore trasparenza sui vaccini e sulle spese per i farmaci alla velocizzazione dell'approvazione di alcune terapie fondamentali come quella per la Sma. "Sono stato Direttore generale di Aifa rappresentandola con decoro e onestà - afferma Melazzini -. Nessuno potrà mai accusarmi di essere un poltronista: quando arrivai in Aifa come presidente lo feci dimettendomi dalle cariche pubbliche e private no profit che ricoprivo, per dare un contributo al Paese. Quelli di Aifa sono donne e uomini eccellenti, onesti, lavoratori. I pochissimi che non lo sono, e che sono stati "smascherati" o presto lo saranno, sporcano ma non macchiano l'immagine di un'Agenzia al servizio dei cittadini". 

Scade il mandato Dg, attesa per nuove nomine  

Dopo le dimissioni del presidente dell'Aifa Stefano Vella in segno di protesta per la gestione del caso Diciotti, l'Agenzia italiana del farmaco rischia di restare senza vertici se non interverrà in tempi stretti la nuova nomina. Il 4 settembre infatti scade il mandato del direttore generale Mario Melazzini e l'organismo tecnico-scientifico del Ministero della Salute, nonostante il suo ruolo fondamentale, potrebbe vivere un periodo di paralisi. A esprimere forte preoccupazione sono le associazioni dei pazienti, spiegando che l'autorizzazione e l'immissione in commercio di un farmaco dipende esclusivamente dalla firma del Dg. E nel caso di terapie salvavita urgenti, da ricevere per esempio dall'estero, si rischiano ritardi pericolosi per le persone che ne hanno bisogno immediato.

Il timore, sottolineano, è che si possano creare ritardi nella disponibilità di farmaci necessari e insostituibili come quelli oncologici, contro le patologie neurodegenerative o le malattie rare.

Il ministero della Salute in una nota dei giorni scorsi ha fatto sapere che "è in dirittura d'arrivo l'indicazione da parte del ministro del prossimo Dg Aifa", e che dal 4 settembre "sarà garantita la piena continuità operativa, senza alcun pregiudizio per i pazienti".

"Sarebbe molto grave se i vertici di Aifa non venissero rinnovati subito, un pericolo e un danno per i pazienti affetti da qualsiasi patologia e bisognosi di essere curati", ha spiegato Massimo Oldrini, presidente della Lega italiana per la lotta contro l'Aids, auspicando intanto la riconferma di Melazzini.

"Confidiamo nel ministro Grillo affinché la delicata fase che Aifa sta attraversando non intacchi il fondamentale diritto all'accesso tempestivo alle terapie per i pazienti", ha affermato il coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva. "I pazienti e il servizio sanitario pubblico hanno bisogno di un'azione efficiente, rigorosa e veloce nei processi autorizzativi, in grado di distinguere la vera innovazione dalle semplici novità", ha aggiunto Tonino Aceti. Cittadinanzattiva ha poi messo in evidenza "il bisogno che Aifa coinvolga nei processi decisionali anche le associazioni di cittadini e pazienti - oggi grandi assenti - allineandosi all'esperienza europea e in particolare dell'Ema" Il mese scorso il ministro della Salute Giulia Grillo ha lanciato l'invito a partecipare a una manifestazione di interesse a ricoprire l'incarico di direttore generale dell'Agenzia del farmaco. E, confermando le critiche fatte in passato all'Aifa, ha spiegato le nuove modalità per individuare i vertici con la necessità di essere "più trasparenti". Al dicastero di Lungotevere Ripa sono arrivati 93 curriculum entro il 26 luglio, il ministro ha fatto sapere che sarebbero stati valutati al più presto.

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