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Manovra: medici famiglia, +1% a sanità allarga gap con Europa

Se il finanziamento del Fondo sanitario nazionale inserito nella manovra fosse il miliardo di cui si è parlato, ovvero circa l'1% del Fondo Sanitario Nazionale attuale, sarebbe, "del tutto insufficiente per tenere il passo degli altri Paesi europei, allargando di conseguenza ancora la forbice". E' la denuncia che arriva dal segretario della Federazione dei Medici di medicina Generale, Silvestro Scotti, in occasione del 75/mo congresso in corso vicino Cagliari.
    La spesa sanitaria pubblica italiana, ha sottolineato oggi Scotti nella sua relazione congressuale, "è ben lontana dai livelli dell'Europa occidentale e il gap si è profondamente allargato negli ultimi 10-15 anni". Un prezzo pagato, essenzialmente, alla necessità di contenere il disavanzo per ridurre il debito pubblico. Il fatto che sia stato deciso di alzare la soglia del deficit, osserva ancora il segretario Fimmg, "dovrebbe generare la legittima aspettativa di un incremento significativo, essendosi 'rilassato' il vincolo finanziario". Ma se il rifinanziamento fosse il miliardo di cui si è parlato "sarebbe inferiore all'1% del Fondo Sanitario Nazionale attuale, non solo sarebbe meno della metà di quanto richiesto dalle Regioni, ma sarebbe anche del tutto insufficiente per tenere il passo degli altri Paesi, allargando di conseguenza ancora la forbice verso di essi. La crescita media nei Paesi dell'EU Occidentale, negli ultimi 10 anni, è stata, infatti, superiore al 3% annuo e, se si confermasse ancora il trend, per stare al passo degli altri dovremmo attenderci un rifinanziamento di oltre 3 miliardi".

 Gimbe,1 miliardo alla sanità non basta, ne servono 4
 Dai contratti per i medici e il personale sanitario alla possibilità di usufruire dei livelli essenziali di assistenza, per sanità pubblica servono almeno 4 miliardi. A dirlo, è la Fondazione Gimbe, che sottolinea come nella Manovra, al momento sia confermato solo il miliardo assegnato dalla precedente legislatura. "La Nota di Aggiornamento del Def 2018 e la Legge di Bilancio 2019-2021 sono cruciali per le sorti del Servizio sanitario nazionale", alle prese con molti problemi che richiedono risorse pari complessivamente "un aumento di 4 miliardi di euro", sottolinea Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe. Il Fondo Sanitario Nazionale 2019 rimane infatti quello fissato dalla Legge di Bilancio 2017, ovvero 114,396 miliardi. "In altri termini, l'attuale Governo al momento non ha previsto alcun aumento del fondo sanitario nazionale, visto che il miliardo di euro in più rispetto al 2018 era già stato definito dal precedente Esecutivo", spiga la Fondazione, che ha anche calcolato le voci e gli importi necessari: 1.000 milioni per i rinnovi contrattuali, 1.100 milioni per lo sblocco del turnover; 40 milioni per le borse di studio per il corso di formazione in medicina generale; 250-300 milioni per le scuole di specializzazione. Inoltre per i nuovi Lea servono ulteriori 800- 1.600 milioni e ne servirebbero altri 350 per eliminare il superticket, come da tempo si parla. Mentre per ristrutturazione edilizia e ammodernamento tecnologico servono 32.000 milioni e, infine, 920 per coprire il residuo del pay-back farmaceutico 2013-2016, attualmente oggetto di contenzioso. "Al momento - conclude Cartabellotta - manca un'adeguata copertura finanziaria. Infatti, nonostante l'ardita scelta del Governo di fissare il deficit al 2,4% del Pil, dall'entusiasmo dei due vice-premier non è "trasudata" alcuna liquidità aggiuntiva per la sanità, per la quale è stata esclusa solo l'ipotesi di nuovi tagli".
   

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