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La Sanità integrativa diventa sostitutiva del Ssn

 "La sanità integrativa è progressivamente diventata sostitutiva, permettendo all'intermediazione finanziaria e assicurativa di utilizzare detrazioni fiscali per incrementare i profitti, aumentando iniquità e diseguaglianze, oltre che alimentare il consumismo sanitario e la medicalizzazione della società accrescendo i rischi per la salute delle persone". Ne parla l'organizzazione no-profit Gimbe nel Report 2019 sulla "Sanità integrativa".
    Obiettivo dell'analisi è "diffondere la consapevolezza che oggi la sanità integrativa è un sistema caratterizzato da un'estrema deregulation che contribuisce a minare la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale". Infatti - sostiene Gimbe - nel contesto di un imponente definanziamento del Ssn, "l'intermediazione finanziaria e assicurativa si è abilmente insinuata tra le crepe di una normativa frammentata generando profitti e utilizzando anche il denaro pubblico sotto forma di detrazioni fiscali per fornire, tramite i fondi sanitari integrativi, prestazioni prevalentemente sostitutive". Il Report ricorda poi che nel periodo 2012-2015 le manovre finanziarie hanno sottratto al Ssn circa 25 miliardi di euro e nel periodo 2015-2019 l'attuazione degli obiettivi di finanza pubblica ha determinato, rispetto ai livelli programmati, una riduzione cumulativa del finanziamento del Ssn di 12,11 miliardi di euro. Il rapporto spesa sanitaria-Pil è stato progressivamente ridotto sino a toccare i minimi storici con il Def 2018: 6,6% nel 2018, 6,4% nel 2019, 6,3% nel 2020 e nel 2021. "In questo contesto - si legge - l'aumento della spesa out-of-pocket e il fenomeno della rinuncia a prestazioni sanitarie sono stati opportunisticamente utilizzati per promuovere forme alternative di copertura sanitaria". (ANSA).
   

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