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Diabete, l'accesso alle cure in Italia è a macchia di leopardo

(ANSA) - L'Italia del diabete è a macchia di leopardo: con un numero sempre crescente di pazienti - 4 milioni i casi noti e almeno 1 milione di casi non ancora diagnosticati - l'accesso ai farmaci, presidi e centri di cura si conferma infatti caratterizzato da forti differenze regionali, e variazioni macroscopiche si rilevano anche nei prezzi dei presidi (dagli aghi per le penne per l'insulina ai pungidito) che possono variare anche del 600% tra le Regioni. Non si tratta però di una classifica che distingue Nord e Sud tanto che una grande variabilità si riscontra in vari casi anche all'interno della stessa Regione. E' il quadro che emerge dall'indagine condotta dalla Società italiana di diabetologia (Sid) in vista del prossimo congresso 'Panorama Diabete' dall'8 al 13 marzo a Riccione e mirata proprio ad analizzare, in modo sistematico, le differenze sul territorio.
    Questa indagine, spiega il presidente Sid Francesco Purrello, "si propone di fornire una serie di elementi utili a conoscere, paragonare e valutare il grado di disomogeneità all'accesso a risorse di cruciale importanza per la persona con diabete, perché possano poi essere individuati interventi atti a ridurre le disparità". E di differenze ve ne sono davvero tante, a partire dai farmaci: si registra infatti una grande variabilità tra le Regioni nelle modalità con cui i farmaci vengono prescritti e dispensati, soprattutto quelli più innovativi.
    Innanzitutto, non tutti i farmaci sono rimborsati in tutte le Regioni. In particolare, Emilia Romagna e Veneto hanno promulgato delibere volte a porre limitazioni quantitative all'uso dei farmaci innovativi in aggiunta ai criteri di restrizione della rimborsabilità già definiti dall'Agenzia del farmaco. In Emilia Romagna, inoltre, la distribuzione dei farmaci appartenenti alle classi più innovative viene effettuata esclusivamente dalle farmacie degli ospedali e non dalle farmacie territoriali. Differenze anche nella rimborsabilità, modalità di accesso e costo dei dispositivi per il controllo del diabete (reflettometri, strisce reattive, pungidito, aghi da penna di insulina). Qualche esempio: per pazienti con diabete 1, il limite massimo di strisce erogabili a totale carico della Regione va da 25 strisce/mese in Sicilia a 250 strisce/mese in Abruzzo, Molise e Toscana. Per pazienti con diabete 2 in terapia con insulina basale, invece, il limite massimo di strisce erogabili a totale carico della Regione va da 25 strisce/mese nelle Marche, Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Veneto e Trentino Alto Adige a 90 strisce/mese in Liguria. Quanto alla prescrizione dei farmaci, in 5 Regioni (Liguria, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Calabria) tutti i centri diabetologici sono autorizzati alla prescrizione, in 3 Regioni circa il 75% dei centri, in una Regione circa il 50%, in 3 Regioni circa il 25% e in 4 Regioni sono autorizzati solo pochi centri (Lazio, Piemonte, Puglia, Veneto). Altra criticità è legata alla sindrome del piede diabetico, una complicanza che colpisce fino al 15% dei diabetici: nonostante i numeri, la distribuzione di ambulatori podologici nei Centri di Diabetologia è tuttora a macchia di leopardo, anche se in lieve aumento rispetto al 2016. Solo in Friuli Venezia Giulia e Liguria il 100% dei Centri effettua ambulatorio podologico. Ed a macchia di leopardo è pure la legislazione regionale sul diabete, mentre la rete informatica, che permetterebbe una gestione ottimale e integrata con i medici di famiglia è, denuncia la Sid, "ancora praticamente assente". Lo studio, infatti, pur ribadendo l'assoluta importanza di praticare la terapia con statine quando necessaria, suggerisce di raccomandare ai pazienti stili di vita adeguati, quali la perdita di peso e l'attività fisica costante. Queste strategie potrebbero prevenire sia lo sviluppo di diabete, sia le malattie cardiovascolari in presenza o in assenza di terapia con statine" - conclude Piro.

   

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