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Hpv, genitori lo conoscono ma per 1 su 3 riguarda solo donne

 Nel 2019 è aumentato il numero di genitori che conoscono il Papillomavirus: dall'85,1% del 2017 all'88,3%. La conoscenza è più diffusa tra le donne (94,8%) e tra le persone con un livello d'istruzione superiore (91,4%).
    Anche il vaccino contro il papillomavirus e' conosciuto, dall'81,3% dei genitori (il 91,1% delle mamme). La consapevolezza però è migliorata solo parzialmente. Solo la metà dei genitori sa che l'Hpv è responsabile di altri tumori oltre a quello del collo dell'utero. Solo il 42,6% sa che il virus è responsabile dei condilomi genitali. E un terzo dei genitori (31,9%) pensa ancora che sia un virus che colpisce esclusivamente le donne. Emerge da un rapporto del Censis, Ko ai tumori da papillomavirus, con il supporto non condizionato di Msd Italia. Il Rapporto analizza due campioni: uno composto da 1000 genitori, l'altro di 600 donne. Tra le fonti d'informazione indicate dai genitori prevalgono internet (26,7%), i dépliant e le campagne informative (26,3%), i servizi vaccinali delle Asl (25,6%). Tra i professionisti sanitari vengono citati maggiormente il ginecologo e il medico di medicina generale (24,8%). Rispetto alla precedente rilevazione del 2017, i media perdono peso. Quelli tradizionali vengono indicati dal 40,1% (erano 44,2% nel 2017), mentre internet e i social network dal 26,7% (erano il 30,7%). Cresce la percentuale di genitori che citano come fonti i professionisti sanitari e il servizio vaccinale delle Asl. Per Ketty Vaccaro del Censis il paradosso è che "abbiamo patologie tumorali, che stanno all'apice delle preoccupazioni e su cui ci sono strategie di prevenzione efficaci, che però non vengono usate come dovrebbero". "La migliore forma di prevenzione è la conoscenza - aggiunge Marina Panfilo, direttore policy e comunicazione di Msd Italia - credo che un'operazione sulla conoscenza deve vedere in partnership sia le istituzioni che i medici, l'industria della salute, i pazienti e i media". 

In aumento genitori che decidono di vaccinare figli
Cresce la quota di genitori che affermano di vaccinato i figli contro il papillomavirus, l'Hpv. Era il 33,3% nel 2017, ora si attesta al 43,3%. Il decreto legge sulla prevenzione vaccinale (31 luglio 2017, n.119), e il piano nazionale di prevenzione vaccinale 2017-2019 con le sue indicazioni possono aver fatto in parte la differenza. Un certo peso nella scelta può essere attribuito anche al lavoro dei centri vaccinali, soprattutto al Nord. È quanto emerge dal nuovo Rapporto del Censis "Ko ai tumori da Papillomavirus", realizzato con il supporto non condizionato di Msd Italia, che viene presentato oggi a Roma, su un campione di 1000 genitori e 600 donne. Tra i motivi che provocano disinteresse nei confronti di questa specifica vaccinazione quello più citato (18,6%) è relativo ad aspetti tecnici legati alla caratteristica della vaccinazione disponibile, che gli intervistati indicano finalizzata a proteggere solo da alcuni tipi di papillomavirus, seguito dalla scarsa fiducia in questa particolare vaccinazione, perché si è sentito che può avere effetti collaterali gravi. Tra le motivazioni a favore di un si, invece, la protezione con sicurezza dal tumore del collo dell'utero e della cervice uterina e la fiducia in strumenti di prevenzione come il vaccino. 
   

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