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In rapporto costante intestino-cervello arbitro è il cibo

"Tra intestino e cervello c'è un dialogo continuo e constante, col cibo a fare da arbitro". Il legame tra 'alimentazione triste' e stati d'animo negativi come apatia o depressione è uno dei temi al centro della tappa fiorentina del tour, organizzato da Aboca, 'La buona salute. Intestino, alimentazione consapevole e biochimica della gioia'.
La rivoluzione agricola e industriale ha prodotto profonde modifiche nella composizione della nostra alimentazione. Da una dieta ad alto contenuto di carboidrati complessi si è passati a una dieta contenente una alta percentuale di grassi e carboidrati semplici, cereali raffinati, zuccheri e oli vegetali.

Cibi in grado di danneggiare il microbiota, ossia l'insieme dei batteri che vivono nel nostro intestino. "Il microbiota è un organo custodito nel nostro intestino, costituito da batteri che mangiano ciò che noi mangiamo" afferma il dottor Pier Luigi Rossi, autore del libro 'L'intestino. Il sesto senso del nostro corpo. Alimentazione consapevole e biochimica della gioia', edito da Aboca. "Quando mangiamo non siamo mai soli, ma in compagnia dei batteri intestinali - spiega ancora Rossi -. Nel caso di un'alimentazione scorretta si selezionano batteri aggressivi, che possono dare molecole che vanno nel sangue e arrivano al cervello, creando un processo di neuroinfiammazione cerebrale, che porta tristezza, depressione, caduta del tono dell'umore e decadimento cognitivo, con perdita di memoria". La regola generale del benessere è quella di "mangiare più vegetale e meno animale". "Non esistono cibi buoni o cattivi in assoluto - conclude Rossi - è come li mettiamo insieme che li fa diventare salutari o dannosi".

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