Venerdì 22 Novembre 2024

Gravidanza, svelato come comunicano le cellule di mamma e feto

È misterioso e affascinante il modo in cui, durante la gravidanza, le cellule della mamma e quelle del feto comunicano. A svelare alcuni dei segreti di questa forma di "scambio" continuo è un nuovo studio guidato dalla University of Texas Medical Branch a Galveston, pubblicato sull'American Journal of Obstetrics and Gynecology. "Durante la gravidanza - spiega Ramkumar Menon, autore senior dello studio - vi è una comunicazione costante tra cellule materne e fetali utilizzando 'sacche' piene di sostanze chimiche chiamate esosomi. Le nostre ricerche precedenti hanno dimostrato che gli esosomi fetali segnalano al corpo della madre che gli organi sono completamente maturati, il che innesca il travaglio e il processo che porta al parto. Abbiamo cercato di saperne di più sulla portata e le capacità di questo sistema di comunicazione al fine di sviluppare nuovi modi per monitorare e supportare il feto durante la gravidanza". Per testare la funzione dell'esosoma, sono stati utilizzati topi geneticamente modificati per far sì che determinate proteine esosomiche si illuminassero di un rosso e verde fluorescente quando i campioni di sangue e tessuto venivano visualizzati al microscopio per distinguere tra quelli del feto e della mamma. Dall'analisi è emerso che isolare e rintracciare gli esosomi fetali che viaggiano verso la parte materna è un utile indicatore della salute e dello sviluppo del feto che può essere misurato in campioni di sangue materno. Allo stesso modo, il "viaggio" di esosomi dal lato materno al feto produce cambiamenti funzionali. "Abbiamo appena ricevuto un contratto triennale da 1,5 milioni di dollari - evidenzia Menon - per testare un nuovo approccio nel trattamento delle nascita pretermine. Verificheremo l'utilità di farmaci racchiusi in esosomi che possono potenzialmente attraversare la barriera della placenta, raggiungere il feto e prevenire l'infiammazione fetale, una delle principali cause della nascita pretermine per la quale non esiste attualmente alcun trattamento farmacologico".

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