Se proviamo a tracciare un profilo del soggetto diabetico possiamo notare che a rischio sono in prevalenza soggetti over 65 e, negli ultimi anni, sono aumentati i casi al sud, in particolare Calabria, Campania e Basilicata. Questo fenomeno è spiegabile sia dall’aumento dell’età media della popolazione e dell’aspettativa di vita che da abitudini alimentari errate, maggiore sedentarietà e condizioni economiche meno abbienti. A fare il quadro della malattia, in occasione della Giornata Mondiale del Diabete che si celebra oggi, è Edoardo Guastamacchia, presidente di AME-ETS (Associazione Medici Endocrinologi) che accende i riflettori su una patologia silente che spesso è trascurata. Sono circa 5 milioni gli italiani affetti da diabete. Di questi 4 milioni sono consapevoli e oltre 1 milione ignari di avere la malattia. «Esiste un 20 per cento di diabete misconosciuto - spiega Guastamacchia - e circa 10 milioni di soggetti che hanno una forma di prediabete. Di questi, secondo le stime di ARNO, due milioni, evolveranno verso una forma di diabete conclamato». Il diabete più diffuso è quello di tipo 2, chiamato anche mellito. «Il diabete mellito tipo 2 ha un’alta prevalenza fra i soggetti anziani chiarisce Guastamacchia e circa il 65 per cento dei pazienti diabetici è ultrasessantacinquenne, ma suo trattamento in questi soggetti rimane ancora non ben definito. Eppure è noto che la patologia diabetica accelera i meccanismi dell’aterosclerosi, dell’invecchiamento e quindi il rischio di fragilità e disabilità. Per riconoscere il diabete mellito di tipo 2 occorre non sottovalutare alcuni disturbi come: frequenti minzioni durante il giorno (polliuria) o la notte (nicturia), sete eccessiva (polidipsia), debolezza ingiustificata (astenia), fame eccessiva (polifagia), alterazione della sensibilità di mani e piedi, infezioni genitali ed urinarie. Questi sintomi devono essere manifestati al medico di famiglia che provvederà a fare degli accertamenti su glicemia, emoglobina glicata e curva da carico orale di glucosio per confermare la diagnosi». Le conseguenze di un diabete trascurato, soprattutto in giovane età, possono essere molto gravi. «Un diabete non adeguatamente trattato può portare a delle complicanze gravi, micro e macro-vascolari, tra cui retinopatia diabetica che può evolvere in cecità; insufficienza renale, neuropatia diabetica sia somatica che neurovegetativa (alterazione della sensibilità degli arti inferiori, diarrea notturna, incontinenza urinaria, deficit erettile ed eiaculazione retrograda). Altrettanto gravi sono le conseguenze macro-vascolari: dall’infarto del miocardio, all’ictus ischemico, fino all’arteriopatia degli arti inferiori», dice Guastamacchia. Ma convivere bene con il diabete è possibile. «Lo stile di vita corretto spiega l’esperto - è fondamentale per una convivenza serena con la malattia. Oltre alla terapia farmacologica è fondamentale seguire una dieta equilibrata, praticare attività fisica, astenersi dal fumo. Trattandosi poi di una malattia cronica è importante oltre al costante monitoraggio dell’endocrinologo, anche un supporto psicologico per affrontare i momenti più difficili, ed è quanto anche noi come Associazione Medici Endocrinologi facciamo quotidianamente per cercare di monitorare quel 6,34 per cento di italiani che devono convivere con la patologia».