Diabete, in Italia battuta d'arresto della malattia: ma le donne sono meno curate degli uomini
La guardia deve restare alta perché il diabete continua a rappresentare una minaccia alla salute di milioni di persone, ma gli ultimi dati aprono ad uno spiraglio di ottimismo: in Italia, infatti, quella che è stata definita una "epidemia" a livello mondiale segna una prima battuta d'arresto, con il numero di casi sostanzialmente stabile negli ultimi 5 anni. Ma ci sono dei "buchi neri": le donne ricevono meno assistenza degli uomini e si stima che siano almeno un milione gli italiani malati ma che non sanno di essere diabetici. La Giornata mondiale del diabete, che si celebra oggi, mira a riaccendere i riflettori su questa patologia e la Società italiana di diabetologia (Sid) punta sulla grande sfida della prevenzione, a partire dalla tavola "con gusto". Il dato positivo, dunque, è che i numeri del diabete in Italia hanno raggiunto una stabilità, ma non ancora una flessione: circa 3.750.000-4.000.000 sono le persone colpite secondo l'ultima edizione del rapporto Arno diabete, anticipata dalla Sid. L'inversione di tendenza è merito delle campagne di prevenzione e di una maggiore consapevolezza del pubblico, ma è ancora presto per cantare vittoria. La "corsa del diabete sta forse rallentando, tuttavia questo non può diventare un invito ad abbassare la guardia - sottolinea il presidente Sid Francesco Purrello - perché il diabete resta una patologia pericolosa, perché sono comunque 4 milioni gli italiani con diabete e probabilmente c'è un altro milione che non ha ancora scoperto di avere la malattia ed anche perché l'obesità, che è uno dei principali fattori di rischio per il diabete di tipo 2, continua a far paura con le sue cifre soprattutto al Centro-Sud". E ancora: il diabete colpisce prevalentemente gli anziani, ma i dati dimostrano al contempo che circa 1 milione di persone con diabete si trova nel pieno dell'età lavorativa. C'è poi il "buco nero" della differenza di genere: per motivi "difficilmente spiegabili", avvertono i diabetologi, le donne ricevono meno assistenza degli uomini. Alle donne vengono prescritti infatti meno farmaci, meno dispositivi, meno esami e meno visite. Insomma, c'è ancora tanto da fare a fronte di un costo elevatissimo legato a questa malattia: dieci miliardi di euro, ovvero circa il 10% del Fondo sanitario, è la spesa complessiva annuale legata al diabete a carico del Servizio sanitario. Tuttavia, solo il 25% dei diabetici viene trattato con i farmaci più moderni, mentre circa il 30% continua ad assumere farmaci attualmente considerate di terza-quarta linea dalle linee guida correnti. Proprio per informare i cittadini, in occasione della Giornata mondiale la Sid sarà presente nelle piazze e nei centri commerciali delle principali città per effettuare la misurazione della glicemia, si terranno dibattiti nelle scuole, manifestazioni per invitare all'attività fisica ed i principali monumenti delle città si illumineranno di blu. Eppure, con poche semplici azioni si riuscirebbe ad abbattere il rischio ed a prevenire oltre il 50% dei casi di diabete tipo 2: attività fisica e dieta, affermano i diabetologi, sono i due cardini della prevenzione, che inizia proprio a partire dalla tavola. Per questo, la Sid propone un "ricettario" all'insegna del gusto con i piatti della tradizione regionale in versione "leggera" e "diabetically correct". Perché, conclude il presidente eletto Sid Agostino Consoli, "l'aforisma 'se è buono fa male' è una vera e propria fake news".