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Amgen si conferma “Great place to work” in Italia

Amgen, azienda leader nelle biotecnologie farmaceutiche, è considerata per il quinto anno consecutivo uno dei migliori posti di lavoro nel nostro paese. Lo certifica il Great Place to Work Italia, che assegna all'azienda il 4° posto nella categoria fino a 500 dipendenti.
"Un risultato che giunge in un momento complesso nel quale sono state messe alla prova la capacità di resilienza e di gestione delle emergenze dell'intero paese - sottolinea Amgen Italia in una nota -. La risposta del comparto farmaceutico è stata pronta ed efficace. In particolare Amgen Italia, forte di una cultura agile e flessibile, ha contribuito con un impegno a tutto campo che ha visto, tra i numerosi interventi, anche un innovativo programma di consegna a domicilio dei propri farmaci ospedalieri, a pazienti di Lazio e Lombardia. Naturalmente la priorità assoluta è stata la tutela della salute delle proprie persone, garantendone sicurezza e benessere psicofisico. Lo smart working, già ampiamente diffuso in azienda per il personale di sede, è stato il primo provvedimento adottato per tutti i collaboratori. Di fatto la possibilità di 'lavoro agile' è stata estesa anche al personale di territorio, una nuova modalità di lavoro che sta permettendo, grazie a piattaforme e strumenti digitali, di sperimentare un nuovo approccio nella relazione con la comunità medico scientifica".
Altre iniziative aiutano ad affrontare in modo equilibrato una quotidianità di tipo completamente nuovo, sotto il profilo personale e professionale. I dipendenti Amgen hanno così a disposizione un abbonamento ad una app di fitness, una piattaforma di podcast focalizzati sul benessere, dedicati per esempio alla nutrizione, e alla gestione dello stress, ed è stato istituito un servizio di counseling via web gestito da uno psicologo, punto di ascolto in grado di offrire un sostegno in situazioni di disagio.
Nell'indagine condotta da GPtW Italia per la sua valutazione, "orgoglio e fiducia reciproca sono tra le qualità che maggiormente caratterizzano il rapporto dei dipendenti con Amgen, determinando nella popolazione aziendale un livello di soddisfazione pari al 93%, ben 10 punti percentuali oltre la media delle migliori aziende italiane. È un gradimento che riguarda tutti gli aspetti presi in esame: credibilità, rispetto, correttezza, orgoglio e spirito di squadra", prosegue la nota.
"Il nostro è un team molto affiatato, che fa leva su una forte motivazione e sulla condivisione di valori comuni", afferma Soren Giese, presidente e amministratore delegato di Amgen Italia. "È il frutto di una cultura aziendale che si fonda sulla capacità di collaborare con i nostri interlocutori, offrendo qualità, innovazione e sostenibilità a beneficio dei pazienti. Il risultato ottenuto con Great Place to Work è un riconoscimento a questa cultura, che si dimostra in grado di sostenere l'azienda anche durante le prove più dure e impegnative, come quella che, da quando è iniziata l'emergenza COVID-19, stiamo affrontando con l'intero paese", aggiunge.
Il livello di soddisfazione generale misurato in Amgen Italia in questa edizione del Great Place to Work è superiore rispetto a quello del 2018 e riflette un crescente apprezzamento dei dipendenti verso le politiche dell'azienda.
"Mettere al centro le proprie persone, ascoltarne i bisogni per individuare insieme le risposte più giuste è uno dei punti di forza di Amgen", commenta Livia Alessandro, Direttore HR di Amgen Italia. "Il riconoscimento del Great Place to Work evidenzia il positivo senso di appartenenza delle nostre persone e questo è un fattore ancora più importante in previsione di una nuova fase di ritorno al lavoro con cui dovremo misurarci e sulla quale ci stiamo attivamente impegnando", prosegue.
In previsione della Fase 2 il prossimo 4 maggio, Amgen sta realizzando un piano di rientro 'back to work', da attuarsi nelle modalità indicate dal Governo, che metterà a frutto le esperienze maturate in questi mesi, sia pure in un contesto molto problematico, relativamente alle modalità digitali di lavoro, ai nuovi programmi erogati e ai rapporti con gli interlocutori esterni, dai pazienti ai clinici.
(ITALPRESS).

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