Domenica 28 Aprile 2024

Longo “Prolasso rettale interno causa della stitichezza”

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"Tutti nasciamo con le emorroidi, sono tre piccoli cuscinetti all’interno del canale anale che perfezionano la continenza alle feci, incastrandosi fra di loro. Quindi conservare le emorroidi è un vantaggio. La malattia inizia quando le emorroidi fuoriescono all’esterno. Inizialmente avviene solo durante l’evacuazione, successivamente restano all’esterno e non rientrano più. I sintomi possono essere tanti: sanguinamento, bruciore, prurito, oppure forte dolore per giorni se restano, come si dice, strangolate all’esterno con rigonfiamento per edema e trombosi". Lo spiega all'Italpress il professor Antonio Longo, chirurgo ed esperto di fama mondiale in colon-proctologia e patologie pelviche, inventore dell'intervento per la cura delle emorroidi più diffuso al mondo, perché indolore, e dell’unico intervento per la cura della stitichezza.

"Ho dimostrato che a spingere all’esterno le emorroidi è un prolasso rettale interno che inizialmente, in molti casi, causa una stitichezza caratterizzata da sforzo intenso per evacuare, sensazione di incompleta evacuazione, necessità di evacuare più volte al giorno, meteorismo intestinale - prosegue Longo - In alcuni casi, specialmente le donne, devono ricorrere alla cosiddetta digitazione perché il prolasso si associa ad un rettocele che è una dilatazione del retto. Spesso questi pazienti fanno un uso costante di lassativi ignorando i gravi squilibri elettrolitici che comportano. Il prolasso rettale interno è la causa di oltre il 90% di stitichezza". Quindi è questo prolasso rettale interno che causa sia il problema emorroidario che la stitichezza. Come si cura è presto detto: "I pazienti possono avere solo il prolasso interno e la stitichezza senza prolasso emorroidario, oppure il prolasso emorroidario senza stipsi. Resecando il prolasso rettale interno, con una tecnica mini-invasiva, senza incisioni chirurgiche, attraverso l’ano, risolviamo il problema delle emorroidi e della stitichezza. I pazienti restano ricoverati un giorno e la tecnica è praticamente indolore. Dopo 3-4 giorni - conclude Longo - si possono riprendere le normali attività e non necessitano medicazioni". (ITALPRESS).

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