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Due secoli di studio elettrico dell’uomo, da galvanometro a Ecg

Lo studio delle correnti elettriche di origine animale ebbe inizio e deve molto alla scienza italiana. Il "fuoco elettrico" era considerato fonte di nuove conoscenze e possibile strumento di nuove e straordinarie metodologie terapeutiche. Il 20 marzo 1980 Alessandro Volta presentava alla "Royal Society" di Londra la pila elettrica ed esattamente due secoli addietro, nel 1820 Luigi Galvani inventò il primo apparecchio per misurare la corrente elettrica, noto come galvanometro. Altri italiani - i fisici Leopoldo Nobili nel 1872 e l'allievo Carlo Matteucci nel 1838 - migliorando la sensibilità del galvanometro e collegando il cuore di una rana al muscolo della zampa, notarono che quest'ultima si contraeva a ogni battito cardiaco. In questa metà del XIX secolo la vera natura dell'elettricità e il suo rapporto con il magnetismo erano ancora oscuri. Ma da questi primi passi iniziarono gli studi, sperimentazioni, perfezionamenti per la misurazione elettrica dell'attività cardiaca. I primi passi per una possibile lettura del cuore si devono al tedesco Emil du Boys-Reymond che nel 1834 osservò nei muscoli a riposo un piccolo potenziale elettrico, notando che cambiava quando il muscolo si contraeva. Denominò il fenomeno "potenziale d'azione".

Nel 1887 il fisiologo inglese Waller pubblicò "Una dimostrazione sull'uomo delle modificazioni elettromotrici associate al battito cardiaco", che viene considerato il primo elettrocardiogramma dell'uomo. Dopo altri esperimenti migliorativi nel 1889 il fisiologo olandese Willem Einthoven coniò il termine "elettrocardiogramma" e annunciò ulteriori progressi con la pubblicazione scientifica "Nuovi metodi per l'investigazione clinica". Einthoven, nato a Giava nelle Indie olandesi (oggi Indonesia) studia medicina a Utrecht, per divenire poi professore nell'Università di Leida. Con sempre nuove migliorie e formule, inventò un innovativo galvanometro a corda, anche se di dimensione imponenti, che occupava un'intera stanza. Nel 1924 venne insignito del Premio Nobel per la Medicina "per la sua scoperta del meccanismo dell'elettrocardiogramma che permette di registrare le leggere fluttuazioni del potenziale elettrico generato dal cuore".

Lo strumento di Einthoven è diventato indispensabile in cardiologia e in medicina e chirurgia. I perfezionamenti nel tempo e l'avvento di sistemi elettronici e chip hanno consentito registratori ECG delle dimensioni di una mano. Non sappiamo cosa ci riserva l'avvenire, ma ricordiamo le parole di Niels Bohr, Premio Nobel, promotore e innovatore della meccanica quantistica: "Siate sempre pronti a rimanere sorpresi da ciò che potete scoprire".

Adelfio Elio Cardinale

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