ROMA (ITALPRESS) - "Proficuo il confronto con il Ministro Speranza e importante la consapevolezza emersa riguardo al momento drammatico che vivono i medici negli ospedali". CIMO-FESMED, nell'incontro intersindacale che si è svolto presso il ministero, ringrazia per il confronto e ricorda "il grande disagio, anche emotivo, che medici e personale sanitario vivono quotidianamente nell'attuale fase della pandemia, sentendosi traditi dalla mancanza di interventi strutturali e di tutele. Interventi che era necessario attuare nei mesi che hanno preceduto la seconda ondata e mancanza di tutele che aumenta il livello di tensione nei pronto soccorso, nei reparti Covid, nelle rianimazioni".
Ad oggi, ricorda il sindacato dei medici, "l'unico vincitore nella sanità è la burocrazia che ha impedito di fare ciò che andava fatto. Ha prevalso poi l'egotica autonomia delle regioni, ciascuna delle quali ha assunto decisioni, spesso unilaterali e scollegate dal contesto generale, con rimpalli di responsabilità che hanno solo evidenziato la confusione gestionale e l'ansia di visibilità".
"Non dipende infatti dal Ministro della Salute l'organizzazione delle strutture sanitarie che hanno generato la rincorsa alla apertura di posti letto di terapie intensive e subintensive senza il personale necessario; oppure l'inappropriata assegnazione di medici in aree di cui non hanno competenza, con rischi sull'appropriatezza delle cure o sulla salute del medico stesso; oppure la chiusura di tutte le attività di elezione; o, infine, le lunghe file di ambulanze nei pronto soccorso in attesa di una risposta sanitaria", spiega CIMO-FESMED.
"Per noi però non sono rilevanti le polemiche ma i fatti, i problemi che, in questo momento, condizionano fortemente la qualità di vita e del lavoro dei medici dipendenti. Perchè la sicurezza delle cure ai pazienti dipende prima di tutto dalla sicurezza degli operatori sanitari - prosegue il sindacato -.
I oltre 200 medici deceduti, i 60.242 operatori sanitari contagiati da inizio anno, di cui 23.119 solo nell'ultimo mese, dimostrano che le strutture sanitarie, e gli ospedali in particolare, non sono in sicurezza: questo assume una priorità assoluta. Sicurezza che parte dall'adeguatezza delle risorse umane, dunque l'attuale grave carenza di personale richiede interventi straordinari a partire dalla stabilizzazione del personale precario a tempo indeterminato e dal contratto di formazione-lavoro per gli specializzandi. E' possibile creare anche migliaia di posti letto, perfino nelle chiese degli ospedali o sotto i tendoni, fornire le strutture sanitarie di migliaia di ventilatori meccanici. Ma senza le risorse umane sanitarie e senza la formazione, il collasso delle strutture del SSN sarà inevitabile".
(ITALPRESS).