ROMA (ITALPRESS) - L'Associazione Libellula, che dal 1998 si occupa di assistere, orientare e difendere le persone LGBTQI+, con il supporto di Agedo, associazione di genitori, parenti, amici di persone LGBT+ e BOA (Brianza Oltre Arcobaleno), hanno deciso di proporre ricorso amministrativo nei confronti delle determine dell'Aifa del 23 settembre 2020 nella parte in cui "condizionano la diagnosi, la prescrizione e l'erogazione dei farmaci nel percorso di virilizzazione di uomini e femminilizzazione di donne transgender a vincoli e condizioni che rischiano concretamente di pregiudicarne l'accesso e quindi vanificare di fatto l'erogabilità a carico del Servizio Sanitario Nazionale". La decisione del ricorso, spiegano le Associazioni, è stata presa dopo una lunga riflessione e un'approfondita analisi dei contenuti delle determine e vuole essere uno strumento per aprire un confronto costruttivo con l'Agenzia Italiana del Farmaco allo scopo di raggiungere un risultato che sia di aiuto per le persone transgender. "L'azione - osserba Leila Pereira Daianis, presidente e fondatrice dell'Associazione Libellula - non deve in nessun modo essere vista come un atto ostile, ma come lo strumento per aprire un confronto con l'Agenzia sui punti incerti e oscuri della determina. Vogliamo, infatti, confermare la nostra piena disponibilità al confronto e al dialogo affinchè l'Aifa possa rivedere la determina in modo da poter essere davvero d'aiuto alle persone transgender".
Tra i punti contestati della determina vi è il fatto che la possibilità di somministrazione è stata condizionata dall'Agenzia a una serie di prescrizioni "particolarmente gravose" e, secondo quanto contestato da Libellula, "non giustificate". Nella determina si richiede infatti che la diagnosi e la prescrizione di disforia di genere/incongruenza di genere provenga da "una equipe multidisciplinare e specialistica dedicata" e "con comprovata esperienza". Per l'avvocato Lorenzo Lamberti, che assiste le associazioni nel ricorso, "si teme che questo nuovo assetto regolatorio si trasformi di fatto in un forte ostacolo alla possibilità di avere accesso ai farmaci, in considerazione del fatto che equipe con queste caratteristiche sono poche e mal distribuite sul territorio nazionale. Non si specificano neppure, quali caratteristiche dovrebbe avere l'equipe, nè quali specialisti dovrebbero essere presenti per soddisfare il requisito della multidisciplinarietà. Non sono poi disciplinate le conseguenze per tutti coloro che sono già in terapia e che rischiano di vedersi sospese le cure". Per le Associazioni ricorrenti, inoltre, non è chiaro se il percorso indicato dall'Aifa sia obbligatorio solo per avere accesso gratuito al farmaco, oppure se impedisca in ogni caso ai medici specialisti, non inseriti nelle strutture citate dalla determina, di prescrivere i farmaci a pagamento e ai farmacisti di dispensarli.
"Abbiamo deciso di supportare Associazione Libellula in questa azione legale perchè riteniamo che la delibera Aifa potrebbe portare a un'ulteriore complessità in un percorso che, a oggi, è già di per sè molto difficile nonchè fortemente medicalizzato. Per questo chiediamo ad Aifa di aprirsi al confronto affinchè si trovino soluzioni non discriminanti per nessuno e rendano veramente non oneroso per tutti l'accesso ai farmaci", conclude Fiorenzo Gimelli, presidente dell'Associazione Agedo.
(ITALPRESS).
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