Lunedì 23 Dicembre 2024

La maternità dopo un tumore, inaugurato percorso clinico al Gemelli

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ROMA (ITALPRESS) - Diventare madre dopo un tumore è possibile. Il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, ha inaugurato, nel corso di un webinar, un Percorso clinico assistenziale dedicato alle giovani pazienti oncologiche che intendono perseguire un progetto di maternità. Ad aprire l'incontro, Antonio Giulio de Belvis, direttore UOC Percorsi e Valutazione Outcome Clinici della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCSS che ha presentato il "modello di gestione per Percorsi Clinico Assistenziali" della Fondazione, focalizzandosi sugli aspetti organizzativi del PCA dedicato alla donna con patologia oncologica che intenda preservare la propria fertilità. Dall'attivazione nel 2018 dell'Ambulatorio di Oncofertilità sono 150 le donne visitate di cui 60 inviate alla BTO della Regione Lazio presso IFO - IRCCS, di cui 35 hanno crioconservato il proprio tessuto. Alla tavola rotonda sono intervenuti anche gli specialisti della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS come il coordinatore del percorso Giacomo Corrado, PhD, MD UOC Ginecologia Oncologica; Lorenzo Nanni, direttore UOC Chirurgia Pediatrica; Antonio Ruggiero, direttore UOC Oncologia Pediatrica; Anna Fagotti, direttore UOC Carcinoma Ovarico; Paola Villa, UOC Ginecologia Oncologica, Enrico Vizza, responsabile Banca Tessuto Ovarico Regione Lazio, Andrea Cambieri, direttore sanitario Fondazione Policlinico Gemelli, e Giovanni Scambia, direttore scientifico e della UOC di Ginecologia Oncologica della Fondazione. Scambia ha sottolineato l'importanza di questa iniziativa, volta a sensibilizzare la comunità medica sull'esistenza di questi percorsi e a favorire un approccio multidisciplinare nella gestione di queste giovani pazienti oncologiche. Intervenuta ance una paziente che ha sottolineato la rapidità dei tempi e ha spiegato che "l'operazione non è stata traumatica, in pochi giorni mi sono rimessa subito in piedi, come nuova". "Questi soggetti hanno una lunga prospettiva di vita e quindi è chiaro che la qualità della cura ha il suo impatto, perchè dobbiamo guarire queste ragazze ma dobbiamo anche assicurargli un futuro", ha spiegato Antonio Ruggiero, Direttore UOC Oncologia Pediatrica. Ogni giorno 30 giovani donne italiane si ammalano di tumore; si tratta per lo più di tumori della mammella, della tiroide, di carcinomi del colon retto della cervice uterina, di melanomi. Patologie molto diverse tra loro, che hanno però un tratto comune: il loro trattamento, spesso salva-vita, può precludere per sempre la possibilità di una maternità. Preservare la capacità di riprodursi diventa dunque un obiettivo prioritario per la qualità di vita di queste giovani pazienti. Anche l'American Society of Clinical Oncology (ASCO) nelle sue raccomandazioni si è occupata di questo argomento, sottolineando l'importanza di discutere con le pazienti in età fertile il rischio di infertilità secondaria indotto da alcune terapie oncologiche e di indirizzarle ad uno specialista per valutare le possibilità di preservare la loro fertilità. E' questo il campo di cui si occupa l'Oncofertilità, una nuova branca della medicina che si muove a cavallo tra oncologia e fisiopatologia della riproduzione. La Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS ha deciso di organizzare un percorso dedicato alle giovani pazienti oncologiche che intendano perseguire un progetto di maternità dopo il completamento delle cure oncologiche, grazie alla crioconservazione del tessuto ovarico. A partire dall'accesso attraverso lo Sportello Gemelli Oncofertilità, le donne vengono accompagnate attraverso una valutazione multidisciplinare (realizzata da un team di ginecologi, psicologi, oncologi, senologi, ematologi, radioterapisti e pediatri) che fornisce un counselling ad hoc e individua le possibili candidate. L'ambulatorio di Oncofertilità, afferente alla UOC di Ginecologia Oncologica del Dipartimento di Scienze della salute della donna, del bambino e di sanità pubblica, è attivo da marzo 2018 e ha finora preso in carico circa 150 pazienti. Sessanta di loro, grazie alla convenzione tra Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e Istituti Fisioterapici Ospitalieri (IFO), sono state inviate alla Banca del Tessuto Ovarico (BTO) della Regione Lazio presso IFO - IRCCS di Roma per la valutazione della crioconservazione del tessuto ovarico e 35 hanno crioconservato il proprio tessuto. Le finalità di questa collaborazione rispondono ai requisiti indicati dal documento del Ministero della Salute approvato il 21 febbraio 2019 dalla Conferenza Stato Regioni e riguardante la "Tutela della fertilità nei pazienti oncologici per la definizione di un percorso diagnostico assistenziale (PDTA) per pazienti oncologici che desiderano preservare la fertilità". (ITALPRESS).

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