ROMA (ITALPRESS) - In Italia, nel 2020, sono stati 1,3 milioni i ricoveri in meno: 52,4% quelli medici, 47,6% i chirurgici. Dati allarmanti, forniti dalla Fondazione GIMBE (Gruppo Italiano per La Medicina basata sulle Evidenze) confermati anche in un'indagine qualitativa di ELMA Research secondo la quale, i pazienti non si recano ancora negli ospedali per paura di contrarre il virus Covid-19, avvertono un senso di isolamento e smarrimento per aver perso il contatto con il sistema sanitario e per non riuscire ad orientarsi per la ripresa dei percorsi di diagnosi e cura.
Per dare una risposta efficace e immediata e per favorire il rapporto di fiducia tra medico e paziente, nasce la campagna di sensibilizzazione: "La Mia Salute Non Può Aspettare", il cui obiettivo è supportare e accompagnare i cittadini che, grazie a facili linee guida, potranno intraprendere e/o continuare a proseguire il proprio percorso di cura in sicurezza.
Johnson&Johnson Medical Italia, leader italiano nel settore dei dispositivi medicali, ha promosso l'iniziativa in collaborazione con Associazioni di Pazienti (come Alice, Amici Obesi, ANMAR, Europa Colon e Europa Donna) e Società Scientifiche e Organizzazioni Professionali.
Sul sito http://www.lamiasalutenonpuoaspettare.it/, i cittadini troveranno vari documenti tra cui: "domande e risposte" sulla sicurezza degli ospedali, delle check list per sfruttare la telemedicina al meglio e per riuscire a orientarsi nella ripresa dei percorsi di cura con i suggerimenti delle società scientifiche e delle associazioni pazienti, grazie anche a maggiori informazioni circa le nuove modalità di interazione offerte dalla Digital Health; nonchè video-interviste ai Presidenti delle Associazioni di Pazienti e delle Società Scientifiche coinvolte che spiegheranno in modo chiaro e pratico, patologia per patologia, l'importanza di non rimandare nè interrompere le cure, evidenzieranno la centralità degli screening e illustreranno le principali necessità dei pazienti e come sostenerli.
"Per Johnson & Johnson Medical Italia in questo momento è vitale rilanciare i processi di cura di tutte le patologie non COVID-19 in tutte le fasi: dagli screening, alla diagnostica, alle visite di controllo, agli interventi chirurgici e ai follow up", ha spiegato Silvia De Dominicis (nella foto), Presidente e Amministratore Delegato di Johnson & Johnson Medical. "Come azienda impegnata a elevare gli standard di cura e generare un impatto positivo sui pazienti lungo tutto il loro percorso, abbiamo fortemente voluto promuovere una campagna di sensibilizzazione al ritorno alle cure per dare un supporto concreto ai cittadini".
Sulla necessità di ripensare all'organizzazione del sistema sanitario per favorire la ripresa delle cure, Associazioni Pazienti e Società Scientifiche coinvolte da Johnson & Johnson Medical Italia nella campagna di sensibilizzazione "La mia salute non può aspettare", convergono su dieci punti che rappresentano delle raccomandazioni alle istituzioni chiamate a definire le priorità del sistema sanitario per la ripartenza. Il decalogo contiene indicazioni di breve e lungo periodo fondate sul principio di un nuovo sistema sanitario costruito attorno alle esigenze dei pazienti.
"La pandemia ha portato alla luce l'urgenza di ridefinire il concetto di cura attorno alle esigenze dei pazienti e la necessità di ottimizzare le risorse del sistema sanitario per migliorare gli standard di cura e quindi curare un maggior numero di cittadini. Insieme abbiamo riflettuto sulla sanità digitale, come opportunità per immaginare nuovi luoghi di cura anche virtuali e come punto di partenza per fare leva sui dati e
sull'intelligenza artificiale al fine di assicurare appropriatezza terapeutica e equità di trattamento", conclude
Silvia De Dominicis.
(ITALPRESS).
“La mia salute non può aspettare”, al via la campagna di J&J Medical
ROMA (ITALPRESS) – In Italia, nel 2020, sono stati 1,3 milioni i ricoveri in meno: 52,4% quelli medici, 47,6% i chirurgici. Dati allarmanti, forniti dalla Fondazione GIMBE (Gruppo Italiano per La Medicina basata sulle Evidenze) confermati anche in un’indagine qualitativa di ELMA Research secondo la quale, i pazienti non si recano ancora negli ospedali per
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