ROMA (ITALPRESS) - Quali sono i pazienti con patologie onco-ematologiche a maggior rischio di esito negativo in caso di Covid-19? La risposta viene dai risultati di Epicovid EHA Survey, presentati all'ultimo congresso della Associazione Europea di Ematologia (EHA). Obiettivo di questa ricerca internazionale era capire quali fossero i pazienti onco-ematologici a maggior rischio di COVID rispetto agli outcome, cioè quelli con il più alto tasso di mortalità. Allo studio hanno preso parte 132 centri in tutto il mondo, che hanno permesso di raccogliere 3.800 casi di pazienti con emopatie maligne e diagnosi COVID, in un arco temporale compreso tra marzo e dicembre 2020.
Le patologie più rappresentate tra i pazienti arruolati sono state il linfoma non Hodgkin (LNH), la leucemia mieloide acuta e il mieloma multiplo.
"Ci aspettavamo che mieloma e LNH (le patologie onco-ematologiche più frequenti) fossero ben rappresentate in questa coorte di pazienti - commenta il coordinatore dello studio, il professor Livio Pagano, direttore della UOSD di Ematologia Geriatrica ed Emopatie Rare della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e professore associato di Ematologia, dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Roma - mentre siamo rimasti molto sorpresi dall'alta percentuale di pazienti con LMA (13%), una patologia del paziente anziano, che evidentemente rappresenta un importante fattore di rischio per Covid-19 ad esito negativo. Al contrario, le leucemie linfatiche croniche che sono in assoluto la patologia più diffusa (quattro volte più frequenti rispetto alle LMA) in questa coorte di pazienti con patologie ematologiche e Covid-19 erano appena il 12%".
Sempre stando ai risultati dello studio, i principali fattori di rischio (comorbilità) che incidono negativamente sulla prognosi dei pazienti onco-ematologici affetti da Covid-19 sono: le malattie cardiovascolari (come tra la popolazione generale), l'insufficienza renale, il fumo, il ricovero in terapia intensiva.
Per quanto riguarda i sintomi del Covid-19, la maggior parte dei pazienti onco-ematologici ha presentato un interessamento polmonare; le forme di Covid-19 registrate sono state per il 70% di livello severo-critico, ma un paziente 4-5 è risultato oligo-asintomatico. Il 25% dei pazienti ematologici colpiti da Covid-19 ha avuto necessità della terapia intensiva e il 65% di questi ha avuto bisogno di essere intubato.
"Questo studio - prosegue il professor Pagano - ha permesso di evidenziare che il Covid-19 ha colpito in modo grave soprattutto i pazienti che avevano fatto chemioterapia negli ultimi 3 mesi ed è paradossale il fatto che il tasso di infezione da SARS CoV-2 sia risultato maggiore tra i trattati con chemioterapia tradizionale, rispetto ai soggetti trapiantati. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che i pazienti trapiantati sono più controllati e protetti. Altra categoria ad altissimo rischio è quella dei pazienti trattati con le CAR-T (30 i pazienti trattati con CAR-T in questa casistica), tra i quali la mortalità è stata del 47%.
Il tasso di mortalità da Covid-19 tra i pazienti onco-ematologici è del 31%, ma arriva al 44-45% nei pazienti di età superiore ai 70 anni, al 63% tra i soggetti ricoverati in rianimazione e al 70% tra chi ha avuto bisogno di ventilazione invasiva. Le categorie a maggior rischio di mortalità in caso di Covid-19 sono risultate le leucemie mieloidi acute (40%) e le mielodisplasie (42%). Tra i soggetti sottoposti a trapianto di midollo invece la mortalità è risultata del 24-25%.
"Mettendo a confronto i dati della prima ondata (marzo-maggio 2020 con quelli della seconda ondata (ottobre-dicembre) - rivela Pagano - abbiamo evidenziato che, nonostante l'aumento del numero di infezioni registrate nella seconda ondata, c'è stata una marcata riduzione della mortalità complessiva, passata dal 40% della prima ondata, al 24% della seconda ondata".
"Per i pazienti onco-ematologici - afferma il professor Pagano - il vaccino raccomandato è quello Pfizer e va fatto a tutti. Abbiamo presentato al Ministero della Salute le linee guida della Società Italiana di Ematologia, nelle quali diamo indicazione a vaccinare tutti i pazienti onco-ematologici. Va detto tuttavia che in molti di questi pazienti il vaccino è scarsamente efficace perchè si tratta di soggetti immunodepressi (in particolare quelli in trattamento con l'immunoterapia, come i soggetti affetti da linfoma e mieloma)".
"Il take home message per il pubblico è insomma che il paziente con patologia onco-ematologica deve vaccinarsi, indipendentemente dal grado di risposta al vaccino che possa presentare. La Epicovid EHA Survey proseguirà per tutto il 2021, ma con altre finalità: verranno infatti registrati solo i pazienti che contraggono il Covid-19, nonostante siano stati vaccinati, e i pazienti colpiti da un secondo episodio di Covid-19. Questo primo sotto-studio - conclude il professor Pagano - darà dunque indicazioni su quali siano i pazienti a rischio di mancata risposta al vaccino e ci aiuterà a capire se potrebbe essere utile sottoporli ad una terza dose".
(ITALPRESS).