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Covid, risposta più debole al vaccino per i pazienti immunodepressi

MILANO (ITALPRESS) – La collaborazione tra l’ASST Spedali Civili e l’Università di Brescia con il National Institute of Health (NIH) di Bethesda (USA), iniziata l’anno scorso, all’esordio della pandemia da Covid-19, continua a dare buoni frutti.Grazie a questa collaborazione, il 5 settembre scorso è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica The Journal of Allergy and

MILANO (ITALPRESS) - La collaborazione tra l'ASST Spedali Civili e l'Università di Brescia con il National Institute of Health (NIH) di Bethesda (USA), iniziata l'anno scorso, all'esordio della pandemia da Covid-19, continua a dare buoni frutti.
Grazie a questa collaborazione, il 5 settembre scorso è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica The Journal of Allergy and Clinical Immunology, uno studio condotto su 83 pazienti affetti da varie forme di immunodeficienza che aiuta a fare luce sull'azione dei vaccini anti-SARS- CoV-2, entrando nel vivo del dibattito mondiale sulla sua efficacia e utilità e sull'importanza di somministrare una terza dose di richiamo ai pazienti con difetti immunitari.
Allo studio hanno partecipato il professor Luigi Notarangelo e la dottoressa Ottavia Delmonte, che in passato hanno lavorato all'Università di Brescia e al laboratorio Nocivelli degli Spedali Civili e che ora ricoprono un ruolo di rilievo all'NIH, la professoressa Eugenia Quiros-Roldan e la dottoressa Luisa Imberti della Clinica di Malattie Infettive e Tropicali dell'Università e del Laboratorio CREA degli Spedali Civili, insieme a molti operatori sanitari.
La ricerca ha rivelato che tra i pazienti con immunodeficienze, solo il 59% raggiunge una copertura anticorpale dopo la prima dose di vaccino; tale percentuale arriva all'85% una volta completato l'intero ciclo di immunizzazione, ma anche dopo la seconda dose i livelli di anticorpi prodotti sono variabili. Di contro, tutti gli operatori sanitari senza problemi immunitari coinvolti nello studio hanno risposto già alla prima dose del vaccino e i livelli di anticorpi anticorpi anti-Covid-19 sono ulteriormente aumentati dopo la seconda dose. A fronte di quanto emerso da questo studio, si desume che i pazienti con malattie del sistema immunitario rispondono più debolmente al vaccino e che alcuni di loro, purtroppo, non rispondono affatto. I dati avvalorano una recente raccomandazione del Center for Disease Control americano in base alla quale per i pazienti immunodepressi è consigliata una terza dose di vaccino a base di mRNA.
(ITALPRESS).

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