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Medici veterinari chiedono di riformare l’Iva sulle prestazioni

Nell’imminenza del varo del disegno di legge delega sulla riforma fiscale, l’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (Anmvi) auspica che possa finalmente trovare accoglimento la sempre più urgente esigenza di alleviare il peso fiscale che grava sulle cure e sul mantenimento di 60 milioni di animali da compagnia, nonché sull’assistenza veterinaria agli animali allevati a scopo

Nell’imminenza del varo del disegno di legge delega sulla riforma fiscale, l’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (Anmvi) auspica che possa finalmente trovare accoglimento la sempre più urgente esigenza di alleviare il peso fiscale che grava sulle cure e sul mantenimento di 60 milioni di animali da compagnia, nonché sull’assistenza veterinaria agli animali allevati a scopo di produzione di alimenti. L’Associazione avanza quattro richieste: la collocazione delle prestazioni veterinarie nell’aliquota agevolata Iva (al pari dei medicinali veterinari) in quanto dichiarate “servizi essenziali” alla sanità animale e alla sanità pubblica; La valutazione di una aliquota zero (esenzione da Iva) per le prestazioni veterinarie corrispondenti a obblighi di legge (identificazione e registrazione degli animali da compagnia) o riconducibili ai livelli essenziali di assistenza (sterilizzazione anti-randagismo) o ad azioni di tutela della sanità pubblica (vaccinazioni/trattamenti anti-zoonosi); La collocazione nello scaglione agevolato Iva dei prodotti alimentari (pet food); La salvaguardia della detraibilità fiscale delle spese veterinarie. In un’ottica concretamente one health, l’Anmvi ritiene necessario e urgente un intervento di razionalizzazione fiscale in particolare delle aliquote Iva.
(ITALPRESS).
-foto agenziafotogramma.it-

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