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Nobel fisica, ora la sfida è ascoltare il Big Bang

La prossima sfida è la più ambiziosa: se il primo segnale delle onde gravitazionali prodotto dalla collisione di due buchi neri ha stupito il mondo, adesso si potranno ascoltare i 'fruscii' dello spaziotempo generati da stelle super dense, come quelle di neutroni, o dall'esplosione di supernovae, ma il traguardo più avvincente è riuscire ad ascoltare l'eco del Big Bang. Ne sono convinti due protagonisti dell'avventura delle onde gravitazionali: l'italiano Adalberto Giazotto e l'americano Kip Thorne.

Entrambi hanno 77 anni e, nonostante il temperamento molto diverso, hanno guardato al futuro della ricerca con la stessa sconfinata curiosità, convinti che in futuro si potranno ascoltare le vibrazioni generate dal Big Bang quasi 14 miliardi di anni fa e da allora continuano a percorrere lo spaziotempo. Giazotto è il 'visionario' papà di Virgo, il rivelatore europeo delle onde gravitazionali che si trova a Cascina (Pisa) e al quale l'Italia partecipa con l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).

L'idea di costruire uno strumento come Virgo l'ha avuta all'inizio degli anni '80, sulla scia di "una vecchia passione per la relatività generale. Ho sempre considerato la teoria di Einstein un risultato pazzesco della mente e perciò mi sono riproposto di vedere se avrei potuto fare qualcosa per verificarlo sperimentalmente". Ci è riuscito in pieno.

"Abbiamo avuto il merito di avere trovato per primi la macchina giusta", aveva detto all'annuncio della scoperta. E' stata sua l'idea di cercare i segnali nelle frequenze più basse: un'indicazione ascoltata anche dai due rivelatori della collaborazione americana Ligo. Se non lo avessero fatto le cose sarebbero andate diversamente. "Ora l'obiettivo è lavorare su frequenze sempre più basse per trovare le onde gravitazionali emesse dal Big Bang. Nessun'altra radiazione conserva la memoria di quel momento".

Guarda lontano anche Kip Thorne, diventato popolare per la sua consulenza scientifica al film Interstellar diretto da Christopher Nolan. E' convinto che ascoltare l'eco del Big Bang potrebbe essere possibile grazie ai nuovi strumenti che saranno disponibili entro i prossimi 15 anni.

"Più di 400 anni fa Galileo aveva rivolto il cannocchiale al cielo, aprendo una nuova pagina dell'astronomia che ancora oggi continua a dare risultati; ora la ricerca sulle onde gravitazionali sta proponendo uno scenario nuovo".

Per Thorne l'astronomia gravitazionale appena cominciata permette di osservare l'universo attraverso la gravità, ossia in modo completamente differente rispetto a quanto si sia fatto finora utilizzando la luce, i raggi X o i raggi gamma.

Gli strumenti che lo renderanno possibile sono i due rivelatori della collaborazione americana Ligo che, insieme a Virgo, lavoreranno all'unisono come un unico grande strumento. Il secondo grande passo potrà avvenire nello spazio con i tre satelliti della missione Lisa (Laser Interferometer Space Antenna) dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa), il cui lancio è previsto nel 2034 e che si comporteranno come un gigantesco 'orecchio' in ascolto del Big Bang.

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