Non avranno piu' segreti i 30 milioni di cellule che costituiscono gli organi e i tessuti del corpo umano: sara' possibile grazie al progetto internazionale Human Cell Atlas, al quale partecipano centinaia di ricercatori in tutto il mondo e la cui portata e' confrontabile a quella del Progetto Genoma Umano che nel 2000 ha ottenuto la mappa del Dna dell'uomo. L'obiettivo e' conoscere le cellule come nessuno prima d'ora le ha mai viste, osservare come cambiano quando l'organismo invecchia, e ottenere nuovi strumenti per capire molte malattie, come tumori e Alzheimer.
Si aprono prospettive immense
"E' un progetto che apre prospettive immense, grandissime e che promettono di trasformare la biomedicina", ha osservato Giuseppe Testa, dell'Universita' di Milano e direttore del Laboratorio di epigenetica delle cellule staminali dell'Istituto Europeo di Oncologia (Ieo). "E' il primo sforzo coordinato che coinvolge molti laboratori e con approcci diversi - ha aggiunto - per ottenere una mappa di tutte le cellule del nostro corpo".
Lanciato nel 2016, con il suo libro bianco l'Atlante presenta gia' un primissimo risultato, con l'identikit del primo milione di cellule, insieme alla descrizione delle tecniche utilizzate per ottenerlo. Grazie a questo progetto, le cellule saranno classificate in modo completamente nuovo. Negli ultimi 150 anni sono state studiate considerando essenzialmente la loro forma e la funzione e solo piu' recentemente sono stati delineati i loro profili molecolari.
Ma tutto questo non basta piu': "non conosciamo ancora le nostre cellule in modo esauriente", si legge nel libro bianco che descrive il progetto in dettaglio e che segna una nuova tappa importante verso la sua realizzazione. "Non sappiamo - prosegue il documento - come definirle sulla base dei loro prodotti molecolari, ne' il modo in cui variano a seconda dei tessuti, i sistemi e gli organi, ne' come influenzano lo stato di salute e le malattie". Tutte queste sono ancora aperte e non avere le risposte e' un grande freno per la ricerca.
Adesso, pero', ci sono gli strumenti per avere l'identikit completo di ogni cellula e arrivano da un grande numero di discipline, a partire dalla biologia computazionali a quella dello sviluppo e alla genomica. Le nuove tecniche di analisi oggi disponibili, ha rilevato Testa, permettono adesso di capire "perche' le cellule, pur avendo quasi lo stesso Dna, sono diverse", al punto di "rendere possibile l'idea di mapparle tutte, visionaria solo fino a qualche anno fa. Adesso - ha concluso - potremmo vedere come la composizione delle cellule cambia nel tempo, ad esempio quando invecchiamo o durante le malattie".
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