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Fusione, dall'Italia 100 chilometri di cavi superconduttori

Sono made in Italy i 100 chilometri di cavi superconduttori destinati ai reattori sperimentali per la fusione nucleare Iter e JT-60SA, in costruzione nel Sud della Francia, a Cadarache, e in Giappone. Li hanno realizzati, con la collaborazione dell'Enea, due imprese italiane, la Criotec Impianti di Chivasso (Torino) e la Tratos Cavi di Pieve Santo Stefano (Arezzo). Un "successo scientifico, tecnologico e industriale, che conferma l'eccellenza e la capacita' del nostro Paese", ha rilevato il presidente dell'Enea, Federico Testa.

 Il valore del progetto e' di circa 60 milioni di euro e lItalia si conferma cosi' all'avanguardia nella ricerca sulla fusione, con oltre 900 milioni di euro di contratti acquisiti negli ultimi anni dalle imprese che operano nel settore. Il Laboratorio di superconduttivita' dell'Enea ha un'esperienza pluridecennale nella ricerca e applicazione di materiali superconduttori a bassa temperatura (criogeniche), quali metalli, leghe metalliche, compositi ceramici. 

La ricerca sulla superconduttivita' ha significative ricadute, a livello sperimentale, nel settore dell'energia per la
produzione di magneti per reattori a fusione e per lo storage. Di rilievo anche le possibili applicazioni per la cura della
salute: i magneti superconduttori, infatti, sono utilizzati nella diagnostica per immagini (risonanza magnetica) e, di
recente, anche nel trattamento di alcune forme di tumore.

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