Un nuovo fremito ha scosso la trama del cosmo: il segnale di una nuova onda gravitazionale è stato captato dal rivelatore americano Ligo (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory) e analizzato in collaborazione con Virgo, il rivelatore che si trova a Cascina (Pisa) e fa capo allo European gravitational observatory (Ego), fondato e finanziato da Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) e Consiglio nazionale delle ricerche francese (Cnrs). I dettagli del nuovo segnale, in via di pubblicazione sulla rivista Astrophysical Journal Letters, sono consultabili sul sito arXiv.
A generare l'onda che ha investito la Terra, il cui segnale è stato catturato l'8 giugno 2017, è stata ancora una volta la collisione di due buchi neri. Due cannibali cosmici con una massa pari a 7 e 12 volte quella del Sole, che 1,1 miliardi di anni fa si sono stretti in un abbraccio fatale fino a fondersi. "La particolarità di questo segnale è che il sistema di due buchi neri coinvolto è più leggero, meno di una ventina di masse solari complessivamente, rispetto agli altri finora osservati da Ligo e Virgo", ha detto all'ANSA Gianluca Gemme, che coordina la comunità italiana Infn impegnata nell'esperimento Virgo.
Ancora una volta sono protagonisti i buchi neri, come era accaduto nella prima osservazione del settembre 2015, premiata con il Nobel per la fisica 2017 per aver dimostrato l'esistenza di queste increspature dello spaziotempo previste più di un secolo fa da Albert Einstein. "Siamo appena all'inizio di un nuovo modo di osservare l'universo. Ligo e Virgo hanno dimostrato l'esistenza di coppie di buchi neri sconosciuti, di massa poche decine di volte quella del Sole. Con quest'ultimo segnale aggiungiamo un nuovo tassello a un puzzle che abbiamo appena iniziato a comporre", ha spiegato Gemme.
Ligo e Virgo sono al momento spenti per l'ordinaria manutenzione e gli aggiornamenti necessari ad aumentarne la sensibilità. Ritorneranno in attività nell'autunno 2018 e raccoglieranno dati per un anno. "L'osservazione di segnali di onde gravitazionali in futuro potrebbe diventare sempre più frequente: ci aspettiamo di catturare un segnale al mese. Intanto - ha concluso Gemme - stiamo già lavorando a ideare la nuova generazione di strumenti che potrebbero essere ospitati sottoterra, per migliorarne ancor di più la sensibilità e ridurre al minimo le interferenze esterne, come quelle dovute a scosse sismiche".
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