LA SPEZIA - Il progetto internazionale Iter (International Thermonuclear Experimental Reactor) punta a realizzare un reattore sperimentale a fusione che, imitando i processi che avvengono nelle stelle, potrà aprire la strada allo sviluppo di una fonte di energia sicura, illimitata e rispettosa dell'ambiente. In costruzione nella Francia meridionale, a Cadarache, Iter sarà il primo impianto a fusione di dimensioni paragonabili a quelle di una centrale elettrica convenzionale. A partire dal 2025, quando si prevede potrà cominciare a funzionare, il suo compito sarà dimostrare la fattibilità scientifica e tecnologica della fusione come fonte di energia, sicura, pulita, inesauribile.
Iter è una grande scommessa internazionale, che vede la collaborazione di centri di ricerca, università e industrie di Unione Europea, Giappone, Federazione Russa, Stati Uniti, Cina, Corea del Sud e India. Si calcola che vi collaborino complessivamente 3.500 ricercatori di 140 istituti di 34 Paesi L'Unione Europea contribuisce per oltre il 50% in termini di fondi e componenti e l'Italia è in prima linea poiché costruisce sia 10 dei 18 magneti superconduttori della macchina sia l'acceleratore di fasci neutri che permette di dare il via al processo di fusione, che si sta preparando con il laboratorio Prima (Padova Research Iter Megavolt Accelerator).
Si prevede che macchina possa cominciare a funzionare nel 2025. Dopo almeno cinque anni di test e dati, nel 2030 si potrebbe passare alla fase sperimentale vera e propria e quindi al dimostratore tecnologico Demo. Nel 2050 tutto potrebbe essere pronto per realizzare un vero e proprio reattore a fusione destinato a produrre energia su larga scala.
Difficile quantificare il costo complessivo di Iter, che stime recenti indicano in 14 miliardi di dollari.
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