Nanospugne con numerosissimi pori invisibili a occhio nudo possono accumulare energia senza dispersioni e sono alla base di applicazioni che vanno dalle fonti rinnovabili di energia all'ingegneria aerospaziale. Descritte sulla rivista dell'Accademia americana di scienze (Pnas), sono state messe a punto nell'università Sapienza di Roma.
Le nanospugne sono anche idrorepellenti, ma "se si applica una pressione in un contenitore chiuso attraverso una sorta di pistone, l'acqua riesce a penetrare", spiega il coordinatore dello studio, Carlo Massimo Casciola, . Se si rimuove la pressione, nei pori si formano delle bolle di vapore che fanno espandere il contenitore e spingono fuori il pistone, in modo un po' simile a quello che succede con la pompa usata per gonfiare le ruote della bicicletta.
I pori funzionano come 'molle' molecolari, vale a dire che "il sistema cede tutta l'energia ricevuta per spingere dentro l'acqua, e non ci sono perdite. E' un sistema di accumulo di energia meccanica", osserva Casciola. La densità di energia che si puo' immagazzinare e' molto alta e i ricercatori hanno scoperto inoltre che il sistema funziona a temperatura ambiente e a pressioni equivalente a quella che si può avere a 1.000 metri di profondità.
"Abbiamo anche visto - prosegue il ricercatore - che aumentando di pochi nanometri la taglia dei nanopori, si puo' modificare il comportamento delle nanospugne, che da dispositivi per l'accumulo di energia possono arrivare a smorzare peso e ingombro e dissipare grandi quantita'à di energia meccanica. Pensiamo, per esempio, a un razzo al decollo, sottoposto a vibrazioni fortissime: Con questo tipo di materiali - conclude - si potrebbero isolare meglio i materiali da trasportare".
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