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La notte di Santa Lucia non è la più lunga dell'anno

Non è la più lunga dell'anno, come erroneamente si crede, ma senz'altro la notte di Santa Lucia 2017 è da ricordare per lo spettacolo eccezionale che offre nel cielo. Ad aprire le danze è la Stazione Spaziale Internazionale, che tra le 18,05 e le 18,09 italiane diventa il punto più luminoso nel cielo, ben visibile soprattutto dalla Pianura Padana. E' l'occasione per salutare l'astronauta Paolo Nespoli prima del suo rientro a Terra, previsto per il 14 dicembre. Segue la pioggia delle stelle cadenti d'inverno, le Geminidi, visibili e luminose come non mai, complice l'assenza della Luna. Lo segnalano gli esperti dell'Unione astrofili italiani (Uai).

Contrariamente a quanto si pensa, 13 dicembre non è il giorno più corto dell'anno: questo primato spetta al 21 o al 22 dcembre, i giorni nei quali può avvenire il solstizio d'inverno. La notte di Santa Lucia è stata la più lunga dell'anno prima della riforma del calendario del 1582 voluta da Papa Gregorio XIII, quando il solstizio d'inverno coincideva con il 13 dicembre.

"E' però vero che quella di Santa Lucia è una delle giornate in cui il Sole tramonta prima", precisa l'astrofilo Paolo Volpini, della Uai. Nelle prime due settimane di dicembre il tramonto avviene tra le 16,41 e le 16,42, ossia 3 minuti prima rispetto a quanto avviene nel giorno del solstizio,quando il Sole tramonta alle 16,44. Nello stesso giorno, però, l'alba arriva un po' in ritardo, alle 7,37.

Dove le nubi avranno liberato il cielo, si può godere dello spettacolo delle Geminidi, stelle cadenti paragonabili per quantità e brillantezza alle Perseidi di agosto. Il picco di queste meteore, in genere ben visibili tra il 10 e il 15 dicembre, è previsto per la notte tra il 13 e 14 dicembre. "Quest'anno non ci sarà la Luna a disturbare e quindi si potrà godere di questo spettacolo già dalle prime ore della notte", aggiunge Volpini. Un'occasione da cogliere, visto che questo sciame è destinato a cessare del tutto nel giro di un centinaio di anni. "Gli sciami di meteore - osserva Volpini - sono generati da nubi di detriti e finiscono per esaurirsi o diradarsi se non sono alimentati a sufficienza da un corpo celeste". 

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