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Il cervello come un Gps, aggiorna le sue mappe

Il cervello 'funziona' in modo simile a un navigatore satellitare: ha bisogno di aggiornare costantemente le sue mappe. A renderlo possibile e' un circuito della memoria che aiuta a ricordare in modo specifico solo i posti nuovi a mano a mano che si conoscono ed e' cruciale per favorire la capacita' di adattamento. La scoperta, pubblicata sulla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, Pnas, i ricercatori del Riken-Mit di Boston, guidati da Akiko Wagatsuma.

Ogni volta che si entra in una stanza il cervello viene bombardato da un fiume di informazioni sensoriali. Se si tratta di un luogo conosciuto, molte di queste informazioni sono gia' presenti nella memoria di lunga durata. Se invece e' un luogo nuovo, il cervello crea un nuovo ricordo quasi subito.

"Abbiamo una notevole capacita' di memorizzare determinate caratteristiche di un'esperienza in un posto completamente nuovo. Un'abilita' che e' cruciale per adattarsi al mondo che cambia costantemente", commenta il premio Nobel Susumu Tonegawa, direttore del Centro per la genetica dei circuiti neurali de Riken-Mit. I ricercatori hanno ora capito come e dove cio' avviene: c'e' una piccola area del cervello, chiamata locus coeruleus, che si attiva in risposta agli stimoli sensoriali nuovi, e comunica con un'altra area del cervello chiamata CA3, che si trova nell'ippocampo, mandandole un segnale con il rilascio di un ormone, la dopamina.

In questo modo si forma nell'ippocampo una nuova 'casella' dove conservare il ricordo del luogo nuovo. Un meccanismo unico, specifico per la memoria spaziale di lunga durata, che probabilmente si e' evoluto per aiutare gli animali a sopravvivere, permettendogli di ricordare gli ambienti nuovi senza sprecare energia nel ricordare i posti familiari.

"Quando siamo esposti a informazioni sensoriali, inconsciamente scegliamo cosa ricordare. Per la sopravvivenza di un animale, alcune cose vanno ricordate, mentre altre, piu' familiari, possono essere dimenticate", commenta Wagatsuma. Rimane invece ancora da capire come il locus coeruleus riconosca un ambiente nuovo.

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