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Dai raggi X una nuova generazione stampanti 3D

Un fenomeno fisico inatteso, legato al modo in cui i raggi X interagiscono con la materia potrebbe aprire la strada a una nuova generazione di stampanti 3D. Lo sta studiando il gruppo dell'Università di Torino coordinato da Marco Truccato, in collaborazione con l'Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (Inrim) e con la struttura europea per la luce di sincrotrone (Esrf) di Grenoble.

Come dimostra lo studio pubblicato sulla rivista CrystEngComm, i ricercatori italiani hanno scoperto che è possibile modificare le caratteristiche di alcuni materiali bombardandoli con fasci di raggi X. "Finora i raggi X erano stati usati per caratterizzare un materiale, per farne cioè una sorta di radiografia, ma grazie a questo studio - ha spiegato all'ANSA Truccato - per la prima volta è possibile usare i raggi X per modificare in modo controllato i legami tra gli atomi", ha precisato.

Per il ricercatore, "con questo nuovo approccio è possibile trasformare un materiale superconduttore in isolante e viceversa". Si tratta di un fenomeno fisico inatteso: "stiamo interpellando dei fisici teorici per capirlo. Ma - ha aggiunto Truccato - quel che possiamo dire è che con i raggi X si possono modificare le proprietà di un materiale e controllarne i difetti alle nanoscale, a livello cioè di miliardesimi di metro".

Per i ricercatori, "a differenza dei laser, i raggi X possono lavorare in profondità, quindi a livello tridimensionale", ha detto Truccato. Una delle possibili applicazioni future di questo tipo di ricerche, ha concluso, è realizzare stampanti 3D di nuova concezione: "L'obiettivo è arrivare all'equivalente della manifattura 3D per l'elettronica".

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