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Un faro d'ombra illumina l'origine dei pianeti

Come un faro che, anziché luce, proietta nello spazio circostante un cono d'ombra. È l'effetto di ombre rotanti provocato da una coppia di stelle, a circa 20 milioni di anni luce dal Sole, sul disco di gas e polveri circostante. L'effetto, fotografato per la prima volta, è dovuto all'eclissi provocata dalla stella sulla compagna nel sistema binario denominato V4046 Sgr, e aiuta a capirne le caratteristiche.

Il risultato, pubblicato sulla rivista Nature Astronomy, è stato ottenuto dal gruppo internazionale guidato dall'astronoma italiana Valentina D'Orazi, dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) di Padova, grazie allo strumento Sphere montato sul Very Large Telescope (Vlt) dell'Osservatorio Europeo Meridionale (Eso), in Cile. I dati sono stati raccolti nell'ambito della campagna osservativa per lo studio di pianeti esterni al Sistema Solare Shine (Sphere infrared survey for exoplanets). Gli astronomi hanno notato che le ombre proiettate sul disco di gas e polveri, culla di futuri pianeti, si spostano in momenti diversi.

Segno, secondo gli autori, che la sorgente è in realtà una coppia di stelle che ruotano l'una intorno all'altra in 2,4 giorni. "Una delle due stelle oscura la luce proveniente dall'altra, producendo ombre sul disco, che si spostano seguendo il moto orbitale della coppia", hanno spiegato gli autori. Il disco di gas e polveri è formato da due anelli che si trovano a una distanza dalla coppia di stelle pari a circa 14 e 29 volte quella che separa la Terra dal Sole. "In pratica - ha concluso D'Orazi - abbiamo come una specie di faro al contrario che, oscurando una parte del disco e lasciando illuminata la parte rimanente, ci fa capire come è fatto il sistema".

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