Scoperte in fondo agli oceani 22 nuove specie di microrganismi divoratori di gas serra: si nutrono di metano e altri idrocarburi, e potrebbero aiutare a ridurre le emissioni di gas che surriscaldano latmosfera. È quanto emerge dallo studio pubblicato sulla rivista Nature Communications da un gruppo dellUniversità americana del Texas, ad Austin, coordinato da Brett Baker.
Per lo studio dei fondali gli autori hanno utilizzato il sottomarino americano Alvin, lo stesso impiegato per lanalisi del relitto del Titanic. Hanno così documentato la presenza di unestrema diversità nelle comunità microbiche che vivono nei sedimenti dei caldi fondali del bacino di Guaymas, una depressione oceanica nel Golfo di California, a largo della costa dello stato messicano di Sonora. I ricercatori si sono spinti fino a 2.000 metri di profondità, dove lattività vulcanica sottomarina riscalda le acque, e con laiuto di sequenziatori genetici e di sofisticati computer hanno trovato 551 diversi tipi di Dna, 22 dei quali appartenenti a nuove specie.
Pensiamo che sia solo la punta di un iceberg, ha commentato Baker. Lo studio dimostra che i fondali oceanici nascondono una sorprendente biodiversità, ancora in gran parte inesplorata. I sedimenti marini - ha concluso - ospitano molti microrganismi, geneticamente diversi da quelli conosciuti, in grado di nutrirsi di pericolosi gas serra, evitando che siano liberati nellatmosfera.
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