(ANSA) - ROMA, 07 DIC - Il batterio portatore della peste, Yersinia pestis, è stato scoperto nel Dna di una donna morta 5.000 anni fa in Svezia: si tratta di una variante finora sconosciuta ed è la più antica mai trovata, estremamente vicina all'origine genetica del morbo. L'analisi, pubblicata sulla rivista Cell e guidata dall'Università di Aix-Marseille, indica anche che la peste potrebbe aver decimato le popolazioni europee del Neolitico già prima che fosse introdotta con le massicce migrazioni provenienti dalle steppe eurasiatiche, che hanno soppiantato la cultura e gli insediamenti all'alba dell'Età del Bronzo.
Per capire meglio la storia evolutiva della peste, i ricercatori guidati da Nicolás Rascovan hanno passato in rassegna tutti i dati genetici disponibili sugli esseri umani antichi, alla ricerca di sequenze di Dna simili alle varianti più moderne del morbo. Nel materiale genetico di una donna svedese di circa 20 anni risalente a 5.000 anni fa hanno identificato un ceppo del batterio mai visto prima, che presentava già gli stessi geni che lo rendono mortale: secondo i ricercatori, potrebbe essersi separato dalla versione più ancestrale, dal punto di vista evolutivo, circa 5.700 anni fa.
"Spesso pensiamo che questi superpatogeni siano sempre esistiti, ma non è così", commenta Simon Rasmussen dell'Università di Copenhagen e dell'Università Tecnica della Danimarca, uno degli autori dello studio. "La peste si è evoluta da un organismo relativamente innocuo e, più di recente, la stessa cosa è avvenuta con il vaiolo, la malaria, il virus Ebola e Zika. Per questo motivo - prosegue - penso sia molto interessante cercare di capire come si passa da qualcosa di innocuo a qualcosa di estremamente virulento". (ANSA).