E' un terremoto 'nuovo' quello di magnitudo 4.2 avvenuto il giorno di Capodanno nella zona de L'Aquila:"non è collegato alle sequenze che hanno colpito l'Italia centrale a partire dal 2016, né al sisma de L'Aquila del 2009", ha detto all'ANSA il sismologo Maurizio Pignone, dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).
Per l'esperto "non si può ancora parlare di un nuovo sciame o sequenza sismica: si è trattato piuttosto - ha aggiunto - di un evento principale, quasi singolo, con un numero ridotto di eventi successivi, otto al momento, di magnitudo inferiore, il più alto di 2.0".
Epicentro del terremoto di magnitudo 4.2 del 1 gennaio 2019 e la sismicità nellarea nelle ultime 24 ore (in arancione) e dal 1 gennaio 2018 (in blu). (fonte: INGV)
Il terremoto, con epicentro vicino Collelongo, a circa 54 chilometri da L'Aquila, ha riguardato un'area, quella della Marsica, ad alta pericolosità sismica, dove una decina di chilometri più a Nord, il 13 gennaio del 1915 è stato registrato un terremoto di magnitudo 7.0 che ha provocato più di 30.000 vittime. Per Pignone, la scossa registrata il giorno di Capodanno dalla rete sismica nazionale dell'Ingv, "ha avuto un ipocentro a circa 17 chilometri": una profondità, ha rilevato, "alla quale una scossa di magnitudo 4.2 in genere non fa danni".
Il numero di repliche del terremoto di Capodanno nell'aquilano, una decina, è ancora troppo basso, secondo l'Ingv, per capirne in dettaglio le caratteristiche. "Il terremoto si inserisce in un complesso sistema di faglie orientate parallelamente all'Appennino, vecchio di centinaia di migliaia di anni", ha spiegato all'ANSA il sismologo dell'Ingv Alessandro Amato. "La scossa di 4.2 equivale all'attivazione di una porzione piccola di faglia, di circa 1 chilometro. Questo aspetto - ha aggiunto - unito al numero ridotto di repliche e alla profondità della scossa, di circa 17 chilometri, non ci permette al momento di dire se questa faglia sia la parte più profonda di una faglia più grande, come quella del terremoto della Marsica del 1915, che aveva tagliato presumibilmente l'intero strato sismogenetico, da circa 15 chilometri fino alla superficie", ha sottolineato Amato.
Secondo l'Ingv, altri eventi sismici significativi nelle vicinanze di quello registrato a Capodanno sono avvenuti nel 1922 e 1927, entrambi con una magnitudo di 5.2, e il 28 febbraio 2015, anno in cui fu registrato un evento di magnitudo 4.1 poco a Nord dell'epicentro di quello di Capodanno a Collelongo. Per l'Ingv, "la mappa del risentimento sismico, che mostra la distribuzione degli effetti del terremoto sul territorio come ricostruito dai questionari on line dei cittadini, più di 2.000 in totale, indica che la zona interessata è piuttosto ampia: si estende dalle province di Latina e Frosinone, nel Lazio, fino ai territori di Teramo e Chieti, in Abruzzo".