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Nobel Mourou, dai futuri laser anche un universo tascabile

I laser del futuro, con impulsi ultra-brevi e ultra-intensi, permetteranno di ricreare un universo 'tascabile' per studiare in laboratorio quello che accade nelle stelle e nei buchi neri, arrivando perfino a 'popolare' il vuoto; con le loro super energie consentiranno di realizzare acceleratori di particelle più piccoli, concentrando la potenza del Cern di Ginevra nello spazio di un campo da calcio, con applicazioni utili all'ambiente e alla medicina. A tracciare questo scenario è il premio Nobel per la Fisica 2018 Gerard Mourou, ospite al Politecnico di Milano per lalectio magistralis 'Passion for extreme light'.

"E' molto difficile fare previsioni su quello che ci potranno offrire i laser del futuro: se pensiamo a quello che è accaduto dall'invenzione del laser negli anni '60 a oggi, vediamo che siamo andati ben oltre rispetto alle più pazze previsioni che potevamo fare", spiega Mourou all'ANSA. "Di sicuro vedremo applicazioni strabilianti: il meglio deve ancora venire.

Avremo applicazioni in medicina, astrofisica, nelle comunicazioni e non solo. Il campo è così vasto perché possiamo amplificare gli impulsi a elevatissime intensità, producendo così le più alte pressioni, le più alte temperature, i più elevati campi di accelerazione e così via, sempre in spazi molto limitati". Questo è possibile anche grazie alla tecnica di amplificazione degli impulsi laser (Chirped Pulse Amplification) che Mourou ha messo a punto negli anni '80 insieme alla collega Donna Strickland, con cui ha condiviso il premio Nobel insieme a un altro pioniere dei laser, Arthur Ashkin, che ha sviluppato delle 'pinzette ottiche' per manipolare oggetti minuscoli.

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