Ricostruita l'origine di due pianeti esterni al Sistema Solare, due 'gemelli diversi' che hanno le stesse dimensioni ma una composizione differente. A renderli solo in apparenza simili è stato l'impatto di uno dei due con un altro pianeta, nella prima catastrofe cosmica mai ricostruita all'esterno del Sistema Solare. La scoperta, italiana, è pubblicata sulla rivista Nature Astronomy e si deve al gruppo dell'Osservatorio di Torino dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) guidato da Aldo Bonomo.
L'impatto avrebbe strappato a uno dei due pianeti una parte del suo mantello ricco di rocce e silicati, lasciando il ferro. Chiamati Kepler 107-B e Kepler 107-C, i due pianeti fanno parte del Sistema Kepler 107, composto da una stella attorno alla quale ruotano quattro pianeti e distante circa 1.700 anni luce.
"E' un sistema molto compatto, dove i pianeti e la stella sono tutti vicini tra loro", spiega Bonomo all'ANSA. Kepler 107 B e C sono due superTerre, hanno cioè una dimensione compresa tra il raggio della Terra e quello di Nettuno, per la precisione di circa 1,5 volte il raggio terrestre. "I due pianeti - prosegue - hanno dimensioni simili, ma composizioni diverse. Kepler 107-C, più vicino alla stella, è infatti più ricco di ferro a differenza dell'altro, che potrebbe essere più simile alla Terra".
Sulla base dei dati del telescopio spaziale Kepler e del telescopio Galileo, basato a Terra, i ricercatori ritengono che all'inizio della sua formazione Kepler 107-C abbia avuto un impatto con "un pianeta della stessa massa e che - osserva Bonomo - dopo questo evento ha perso il suo mantello di silicati, rimanendo con il ferro nel suo nucleo, più denso. Il 70% del suo nucleo è infatti composto da ferro e il 30% da rocce e silicati, contrariamente a Kepler 107 B e alla Terra, in cui il 70% è rappresentato da silicati".
Impatti giganti tra pianeti sono stati ricostruiti e dedotti nel Sistema Solare, come quello tra la Terra e la Luna o quello che potrebbe essere alla base della composizione ferrosa di Mercurio. "Ma questa - precisa Bonomo - è la prima volta che si vede l'effetto di un impatto gigante in un sistema esterno al Sistema Solare e ci dice che ciò che è avvenuto nel nostro sistema planetario è accaduto anche fuori".