Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Il rover di ExoMars 2020 si chiamerà Rosalind Franklin

Con il suo lavoro ha dato un contributo fondamentale alla ricerca della vita, portando alla scoperta della doppia elica del Dna, e in un certo qual modo aiuterà a farlo anche su Marte: l'Agenzia Spaziale Europea (Esa) ha infatti deciso di intitolare a Rosalind Franklin, celebre chimica britannica, il rover della missione Exomars 2020, che dovrà cercare i mattoni della vita sul pianeta rosso.

Nella sua tradizione, l'Esa ha intitolato le sue missioni a grandi ricercatori, fisici e matematici, come Newton, Planck ed Euclide. Nel caso di Rosalind Franklin, precisa il direttore generale Jan Woerner, il nome di Rosalind Franklin "ci ricorda che è il genere umano ad esplorare. La scienza è nel nostro Dna e in ogni cosa che facciamo all'Esa. Il rover Rosalind cattura lo spirito e ci porta tutti in prima linea nell'esplorazione spaziale".


Rosalind Franklin (fonte: MRC Laboratory of Molecular Biology)

 

Il rover di ExoMars 2020 sarà il primo di questo tipo capace di esplorare Marte e al tempo stesso studiarlo in profondità. Grazie al suo trapano costruito in Italia, dalla Leonardo, potrà infatti penetrare fino a 2 metri sotto la superficie del suolo, per prelevare campioni, analizzarne la composizione e cercare tracce di vita, passata o presente, nel sottosuolo marziano. Il nome, annunciato nel Regno Unito, è stato scelto da un gruppo di esperti tra oltre 36.000 proposte fatte dai cittadini di tutti gli Stati membri dell'Esa, dopo una competizione lanciata lo scorso luglio dall'Agenzia spaziale del Regno Unito.

"Abbiamo appreso con soddisfazione che il rover di ExoMars 2020 avrà il nome di Rosalind Franklin, la grande scienziata che per prima ha scoperto la doppia elica del Dna", ha osservato in una nota Piero Benvenuti, Commissario straordinario dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi). Un nome, ha aggiunto, che si riferisce all'obiettivo della missione, destinata a perforare la superficie marziana fino a due metri di profondità in cerca di tracce di vita. "Ecco il motivo per il quale è stato dato questo nome: perché - ha spiegato Benvenuti - cercheremo tracce di eventuale evoluzione biologica nella superficie di Marte. Stiamo quindi aspettando con grande ansia e aspettativa il successo di questa missione, veramente targata Italia".

Oggi in edicola

Prima pagina

Caricamento commenti

Commenta la notizia