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A Milano vincono i robot 'collaborativi'

Robot che comunicano tra loro come se fossero un corpo solo per rendere più sicuro spostare e sollevare carichi pesanti tra gli scaffali e in magazzino: è il progetto che ha vinto l'Innovation Amazon Award nella sfida di Milano, che ha visto protagonisti gli studenti del Politecnico lombardo. Dopo le tappe di Torino e Milano, domani a Roma sarà rivelato il nome della squadra vincente nell'Universita' di Tor Vergata e di quella, fra i tre atenei, che visiterà la sede di Amazon a Seattle.

"La nostra idea è stata quella di applicare due tecnologie già esistenti per rendere più efficienti e sicuri gli spostamenti dei carichi pesanti", spiegano Giulia Merati e Giorgio Manenti, che insieme a Sofia Lamberti e Filippo Pennati Belluschi si sono classificati primi. In particolare hanno utilizzato il robot Kiva, già impiegato nei centri di Amazon, facendolo comunicare con un robot simile per sollevare insieme i pallet che attualmente vengono sollevati dagli operai, con il rischio di cadute e pericoli per la sicurezza. Nel progetto dei ragazzi i robot vengono utilizzati anche per scaricare le merci dai camion.

"La comunicazione tra i robot - proseguono gli studenti - avviene grazie alle tecniche e ai principi della robotica distribuita. In ognuno di essi viene installato un microchip, del valore di circa 20-30 euro, che dà loro 'intelligenza', facendoli agire come se fossero un corpo solo". I progetti premiati "sono degli ottimi lavori perché non si sono tradotti in un puro esercizio accademico, ma hanno cercato di risolvere dei problemi pratici calandosi nella nostra vita lavorativa di tutti i giorni", rileva Stefano La Rovere, responsabile del centro Advanced technology di Amazon Europa.

Complessivamente sono 200 gli studenti del Politecnico di Milano che hanno partecipato alla sfida, divisi in gruppi di 4-5 persone, e 43 i progetti presentati. "Questo premio - conclude Riccardo Mangiaracina, docente di Logistic management - ha permesso ai ragazzi di lavorare in gruppo, in un contesto multiculturale, visto che il 20% sono stranieri, entrando in contatto con una realtà lavorativa importante".

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