La tavola periodica compie 150 anni, ma non teme di invecchiare perché continuerà a rimanere valida, anche con i nuovi elementi che si potranno scoprire in futuro. Dal 6 marzo 1869, quando il chimico russo Dmitri Mendeleev l'ha pubblicata per la prima volta, la tavola periodica ha continuato a crescere e oggi comprende 118 elementi contro i 63 iniziali. Come un vastissimo alfabeto, continuerà ad aiutare a capire la materia e a combinare gli elementi per mettere a punto nuovi materiali, come molecole intelligenti per i farmaci o metalli e leghe hi-tech.
La sua storia ha in realtà radici molto antiche. A intuire che ci fossero degli elementi, come platino, mercurio e zinco, erano stati filosofi dell'antichità come Empedocle e Aristotele, secondo i quali tutto era fatto dalla combinazione di una o più 'radici', chiamate poi elementi da Platone. La prima persona a scoprire un elemento chimico è stato nel 1669 il mercante tedesco Henning Brand, mentre nel 1862 Julius Lothar Meyer aveva pubblicato una tavola in cui gli elementi erano classificati in forma orizzontale e verticale e ogni serie di gruppi terminava con un elemento alcalino del gruppo dei metalli terrestri.
Mendeleev aveva invece organizzato gli elementi secondo la loro massa atomica, giocando quello che alcuni hanno definito un 'solitario chimico', dove le carte erano le informazioni note sui vari elementi. "La tavola periodica è una pietra miliare della storia dell'umanità. Ha permesso di mettere ordine su una materia complessa, e continua a rimanere valida anche con la scoperta di nuovi elementi", commenta Maurizio Peruzzini, direttore del dipartimento di scienze chimiche del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr). Il genio di Mendeleev, prosegue, è stato anche quello di capire che "le conoscenze dell'epoca erano incomplete e quindi compilò la tavola lasciando degli spazi vuoti per i futuri elementi".
Una lungimiranza che ha avuto il suo trionfo con la scoperta di nuovi elementi tra il 1970 e 1980. Ha così superato indenne, osserva Peruzzini, "la scoperta di elementi anomali come l'elio, e la rivoluzione quantistica". Secondo l'esperto la tavola è ancora incompleta ed è convinto che "si scopriranno altri elementi, che probabilmente saranno atomi pesanti sempre più instabili",
Per Marco De Vivo, chimico teorico e computazionale dell'Istituto Italiano di Tecnologia (Iit), la tavola periodica "è l'alfabeto che ci permette di parlare con il mondo intorno a noi e che in futuro ci aiuterà a costruire farmaci, materiali e metalli nuovi". Grazie ai progressi compiuti, "oggi siamo sempre più bravi a costruire oggetti nuovi, anche rispetto a quelli presenti in natura. In futuro sapremo combinare gli elementi sempre meglio, ottenendo molecole più intelligenti o materiali che oggi non possiamo immaginare. Basti pensare che dal carbonio è stato ottenuto il grafene".