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Dall'Italia un materiale-chiave contro le lesioni nervose

Un materiale che si auto-assembla e diventa un'impalcature su cui far crescere le cellule staminali del cervello è la nuova strada, nata in Italia, per poter riparare in futuro le lesioni nervose. Dopo i risultati positivi sui topi sono in corso test sui maiali e, alla luce dei nuovi dati, fra tre anni potrebbero cominciare quelli sull'uomo. Pubblicata sulla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, Pnas, la ricerca è stata condotta tra Lombardia e Puglia da Fabrizio Gelain in collaborazione con Angelo Vescovi.

La ricerca è stata condotta dal centro per la Nanomedicina e l'Ingegneria dei tessuti (Cnte) dell'Istituto Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo (Foggia) in collaborazione con l'ospedale Niguarda di Milano, l'Università di Milano Bicocca e l'associazione no profit per la ricerca e la cura delle malattie degenerative Revert Onlus.

Il materiale si chiama Sap, che sta per Self Assembling Peptides: è composto da frammenti di proteine capaci di assemblarsi da sole in modo da formare una struttura organizzata. "Avere un materiale come questo significa avere una tecnologia versatile e adattabile ad altri tipi di cellule staminali", ha detto Gelain all'ANSA. "E' una piattaforma tecnologia a disposizione della medicina rigenerativa", ha aggiunto.


Il tessuto-impalcatura per le cellule nervose ha una struttura a reticolo sulla quale possono crescere le cellule staminali (fonte: CNTE)

 

Ottimista anche Angelo Vescovi sulle potenzialità del nuovo materiale. "Quando il tessuto del midollo degenera si formano delle cavità nelle quali è impossibile far passare le fibre nervose", ha spiegato. "L'idea è allora di inserire nelle cavità il nuovo materiale in modo che fornisca un'impalcatura sulla quale far sviluppare le cellule nervose staminali", ha detto ancora Vescovi. Maturando e moltiplicandosi, le nuove cellule potrebbero ricostruire le fibre nervose e riparare la lesione. Il tessuto tridimensionale che si ottiene in questo modo è quindi composto da neuroni umani maturi e dalle cellule di supporto, chiamate glia.

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