Mai così vicini i batteri progettati su misura per digerire inquinanti o produrre farmaci. Sono state infatti ottenute le prime fabbriche artificiali di proteine in grado di lavorare direttamente in cellule viventi di mammifero, rendendole capaci di eseguire funzioni prima impossibili. Descritte sulla rivista Science, sono il risultato della ricerca coordinata dal Laboratorio Europeo di Biologia Molecolare (Embl) di Heidelberg.
I ricercatori, guidati da Christopher Reinkemeier e Gemma Estrada Girona, hanno costruito un organello, cioè un componente della cellula che concentra al suo interno specifici compiti, privo di membrana esterna e quindi più dinamico e flessibile. Il nostro metodo può essere utilizzato per ingegnerizzare il processo di traduzione del Dna in proteine, ma ha le potenzialità per essere applicato anche ad altri processi, spiega Reinkemeier. Questo ci permetterà di estendere il normale repertorio di funzioni e capacità che hanno gli esseri viventi.
La struttura, inoltre, può costruire proteine usando non soltanto i 20 mattoncini fondamentali, o amminoacidi, presenti normalmente in natura, ma anche i più di 300 amminoacidi sintetici che si sono ottenuti finora grazie alle tecnologie della biologia sintetica. "La novità sta nel fatto che abbiamo confinato questa abilità in uno spazio preciso, minimizzando gli effetti sulla cellula ospite", commenta Estrada Girona. "Gli organelli artificiali dovranno diventare delle semplici aggiunte all'organismo - conclude il ricercatore - per svolgere compiti ben precisi in maniera controllata".
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