Ottenute molecole di Dna capaci di auto-assemblarsi in un computer 'vivente': regolano la trasmissione dei segnali come fossero transistor e funzionano con un codice binario a sei cifre capace di elaborare algoritmi. Utili per mettere a punto complessi esperimenti di ingegneria molecolare, sono descritte sulla rivista Nature dai ricercatori dell'Universita' della California a Davis, del California Institute of Technology (Caltech) e della irlandese Maynooth University.
"Siamo rimasti sorpresi dalla versatilità degli algoritmi che siamo riusciti a progettare, nonostante fossimo limitati da input a sei bit", afferma David Doty, informatico dell'Università della California. Per formare i circuiti del computer vivente, infatti, i ricercatori hanno preparato dei 'mattoncini Lego' di Dna, ovvero dei frammenti formati da 42 'lettere' (le basi adenina, citosina, guanina e timina) organizzate in quattro domini di 10-11 basi ciascuno. Ogni dominio può rappresentare l'1 o lo 0 del codice binario e può legarsi a domini di altri mattoncini. Due dei quattro domini fungono da input, mentre gli altri due da output.
Partendo da un input di soli sei bit, il sistema è cresciuto aggiungendo file di molecole, facendo così operare l'algoritmo. Al posto del flusso di elettricità nei circuiti, le file di mattoni di Dna si sono agganciate l'una all'altra eseguendo il calcolo richiesto. Il risultato finale del programma assomiglia a una sciarpa a maglia realizzata con i frammenti di Dna agganciati fra loro secondo il programma originale. I risultati vengono letti grazie a un microscopio a forza atomica che riconosce unasortadi 'etichetta' molecolare attaccata al Dna.
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