L’avvento della tecnologia 5G potrebbe mettere a rischio l’accuratezza delle previsioni meteo, riportandole addirittura indietro di 40 anni. Lo ha affermato durante un’audizione al Congresso Usa il direttore del Noaa, la National Oceanic and Atmospheric Administration, che ha fatto eco a diversi ricercatori anche in Europa. Il problema, ha spiegato Neil Jacobs ad una commissione sull'ambiente, è che la frequenza a 23 Gigahertz fondamentale per il 5G è pericolosamente vicina a quelle usate dai microsatelliti per misurare la quantità di vapore acqueo nell’atmosfera, e potrebbe quindi interferire. «In base ai piani attuali per l’implementazione del 5G i nostri satelliti potrebbero perdere approssimativamente il 77% dei dati - ha sottolineato, riporta il Washington Post - riducendo la capacità di previsione del 30%. se si guarda indietro nel tempo a quando le nostre previsioni erano il 30% meno accurate di oggi si arriva intorno al 1980. Questo porterebbe ad una diminuzione delle previsioni sull'andamento degli uragani di due o tre giorni». Qualche giorno fa, riporta il Guardian, una preoccupazione simile è stata espressa da Tony McNally of the European Centre for Medium-Range Weather Forecast. «Il modo in cui stiamo introducendo il 5G potrebbe compromettere seriamente la nostra abilità di prevedere le grandi tempeste - spiega e questo può fare la differenza tra la vita e la morte. Siamo molto preoccupati». Negli Usa la frequenza è già stata messa all’asta, e anche altre molto importanti per le previsioni dovrebbero finire agli operatori del settore, che finora hanno sempre respinto le accuse. «Gli operatori stanno saccheggiando lo spettro delle frequenze, e i regolatori stanno fallendo nel proteggere quelle vitali - scrive su Nature Jordan Gerth, of the University of Wisconsin-Madison - più ne perdiamo e maggiore sarà l'impatto».