Le foglie degli alberi e i licheni sono preziosi indicatori dell’inquinamento da polveri sottili. Grazie alle loro proprietà magnetiche, hanno permesso di misurare le concentrazioni di metalli pesanti come rame, zinco, nichel, cromo e piombo, nelle polveri atmosferiche in una zona della periferia orientale di Roma.
È quanto emerge dalla ricerca pubblicata sulla rivista Science of the Total Environment, coordinata da Aldo Winkler, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e condotto in collaborazione con l'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Regione Lazio (Arpa Lazio)
Le misure del magnetismo ambientale sono state eseguite su campioni raccolti nel 2017 "in una zona caratterizzata da molteplici sorgenti di inquinamento atmosferico, tra cui frequenti roghi abusivi all’aperto", rilevano i ricercatori. Il biomonitoraggio con alberi e licheni rappresenta, per gli studiosi, un metodo complementare alle analisi eseguite dalle centraline per il controllo della qualità dell’aria.
"i licheni sono infatti - osserva Winkler - recettori e accumulatori di polveri sottili, come le PM10 costituite da particelle dal diametro uguale o inferiore a 10 millesimi di millimetro, o le polveri di dimensioni ancora più ridotte. Si tratta di sostanze - prosegye - sospese in atmosfera e pericolose per la salute, che possono essere prodotte o per cause naturali o dalle attività umane. Come le emissioni industriali o delle automobili, e i roghi dolosi”.
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