Mini satelliti come laboratori completamente automatici per fabbricare farmaci tra le stelle, intelligenza artificiale e 5G per la telemedicina del futuro, magari per guidare da Terra interventi complessi su una base lunare: scalda i motori la nuova economia legata a doppio filo allo spazio che a Roma ha presentato i suoi progetti nella seconda giornata del New Space Economy Expoforum 2019, organizzato da Fiera di Roma e Space Foundation.
"Molte sostanze di interesse farmacologico, come gli anticorpi monoclonali, sono difficili da cristallizzare sulla Terra, mentre le condizioni di microgravità possono offrire un miglioramento decisivo", ha osservato Yossi Amin, direttore dell'azienda SpacePharma, specializzata nella ricerca farmacologica in condizioni di microgravità. Si guarda alla ricerca del futuro pensando anche al momento in cui la Stazione Spaziale Internazionale avrà concluso la sua vita operativa, ha rilevato il direttore generale della Kayser Italia, Alessandro Donati. All'orizzonte c'è l'arrivo della nuova navetta Space Rider dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa), nella quale gioca un ruolo importante l'Agenzia Spaziale Italiana (Asi).
"Lo spazio può offrirci splendide opportunità", ha osservato il responsabile della ricerca della Western Australia, Peter Klinken. "Le grandi distanze del territorio australiano hanno portato a sviluppare tecnologie dedicate al controllo remoto, dalla robotica al riconoscimento facciale a distanza al servizio della telemedicina", ha aggiunto. E' molto probabile, ha detto ancora, che "queste tecnologie potranno essere cruciali nella futura esplorazione della Luna e di Marte".
Hanno cominciato a esplorare le possibili applicazioni anche molti gruppi di ricerca italiani, come quello di Nicola Fazio presso l'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, quello dei biochimici Alessandra Di Masi dell'Università di Roma Tre e di Giuseppe Falini dell'Università di Bologna, di Mauro Grigioni dell'Istituto Superiore di Sanità e del chirurgo Francesco Musumeci dell'ospedale San Camillo di Roma. In Europa, infine, molte sorprese potranno arrivare dal grafene, ha detto Vincenzo Palermo, vicedirettore del Progetto Grafene della Commissione Europea.
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